I risultati contenuti nella seconda indagine compiuta da Astra ricerche sul rapporto tra gli italiani e la caccia non sono andati proprio giù alle associazioni taleban-animaliste, che hanno dato il via a un vero e proprio fuoco di fila di sproloqui per creare una “cortina fumogena” che gli consenta di salvare la faccia!
La Lega per l’abolizione della caccia, in particolare, ha contestato le statistiche eccependo che si basano su “un numero ridottissimo di telefonate campione” (oltre duemila), salvo poi utilizzare come riferimento per le loro tesi un sondaggio Ipsos basato su meno della metà delle interviste (980)!
Numeri in libertà anche per l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa), che alla vigilia dell’apertura del 14 settembre scrive che: “i cacciatori italiani sono circa 800.000, a loro si dovrebbero aggiungere oltre 300.000 bracconieri che da domani invaderanno le nostre campagne ed i nostri boschi sparando ed ammazzando qualunque cosa si muova”.
Semplicemente ridicola poi la “scoperta” che dei cacciatori “100.000 hanno un età superiore ai 70 anni e 5.000 sono sopra gli 80 anni il che dovrebbe voler dire revoca immediata della licenza, che invece viene ancora concessa senza troppe difficoltà dalle questure italiane”. L’Aidaa ignora, o fa finta di non sapere, che per la licenza si superano periodiche visite mediche e che basta una segnalazione del medico perché questa venga sospesa o revocata. Perché allora non revocare d’ufficio tutte le patenti di guida e sollevare dai pubblici incarichi, anche di rilievo, o dalla libera professione tutti quelli che abbiano superato i 70 anni?
“Siamo abituati alla malafede quando si critica la caccia – hanno commentato i committenti della ricerca, Cncn, Arci caccia e le associazioni aderenti a Face Italia, – ma Lac e Aidaa questa volta si sono coperte di ridicolo. Le associazioni ambientaliste e protezioniste serie, che noi rispettiamo e con le quali vorremmo confrontarci sui fatti e non sull’ideologia, come dimostra anche la ricerca, hanno già preso le distanze con il consenso degli italiani da chi infanga con la menzogna, il travisamento complice dei fatti e l’odio, istanze giuste e condivise da molti cittadini. Anche l’indagine del sociologo Enrico Finzi, appena presentata alla Camera dei Deputati alla presenza di presidenti delle Commissioni Parlamentari e di numerose istituzioni, ha messo in evidenza come l’animalismo estremista sia malvisto dagli italiani, che ne hanno paura per gli atteggiamenti violenti e radicali. Se pensiamo che il sito dell’Aidaa definisce ogni cacciatore un “bastardo assassino”, è evidente che, al di là degli scopi palesi di abolire la caccia, questi signori continuano a utilizzare un linguaggio denigratorio e violento, fuori dalle regole del confronto civile”.