Sembra che il tempo delle vacche grasse per i bilanci della difesa Usa, inaugurato con l’attentato alle torri gemelle di New York, sia destinato a finire: il presidente americano Barack Obama ha, infatti, reso noto il piano di previsione per la difesa, che prevede nei prossimi dieci anni tagli per complessivi 450 miliardi di dollari. I ranghi dell’esercito saranno portati dagli attuali 570 mila effettivi a 490 mila, perché "dobbiamo mettere in ordine i conti e rinnovare la nostra forza economica nel lungo periodo", ha scritto il presidente in una missiva allegata al documento militare.
Obama, accompagnato dal Segretario alla Difesa Leon Panetta e dal capo degli Stati maggiori riuniti, il generale Martin Dempsey, ha tuttavia precisato che Washington eviterà "di ripetere gli errori del passato quando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, dopo il Vietnam, le nostre forze sono state lasciate impreparate a fare i conti con il futuro". Le forze militari saranno sì più snelle, ma "il mondo deve sapere che gli Stati Uniti intendono mantenere la superiorità militare grazie a forze agili, flessibili e pronte ad affrontare l'intero ventaglio delle minacce".
L'obiettivo è quello di riorganizzare le priorità sulla base dei più recenti sviluppi: dalla fine della missione militare in Iraq – nonostante i gravi rigurgiti di violenza a Baghdad – fino all'uccisione di Osama bin Laden da parte di un commando della marina. Proprio la marina e l'aviazione giocheranno un ruolo essenziale nella nuova strategia: gli Stati Uniti non dovrebbero rinunciare a nessuna delle 11 porterei nella loro flotta e al riparo da tagli saranno anche i programmi del Pentagono per il cyberspazio, per le attività di intelligence e per le forze speciali. I marine subiranno tagli ma verranno impiegati in particolare nel Pacifico. Se l’aviazione potrà, forse, scampare alla scure dei tagli, è certo però che il colossale programma per il caccia F35 sarà il primo a subire quantomeno un ulteriore rinvio. Sotto il profilo strettamente della strategia militare un'attenzione speciale rimarrà rivolta alla regione asiatica e del Pacifico, dove cresce la potenza di Pechino, e al Medio Oriente, dove resta irrisolta la questione palestinese e continuano a restare elevate le tensioni con Teheran. "Le riduzioni di bilancio non avverranno alle spese di questa regione di importanza critica", ha affermato Obama riferendosi all'Asia. Mentre per il Medio Oriente ha parlato di una Washington che "rimarrà vigile".