A Cagliari i cacciatori ottengono 3 giorni in più

Per la caccia a cesena, tordo bottaccio e tordo sassello, fino al 19 gennaio. Poco, ma almeno la mobilitazione qualcosa ha ottenuto

 

Hanno voluto far sentire la loro voce i tanti cacciatori che lo scorso 4 gennaio si sono trovati davanti all'assessorato all'Ambiente della regione Sardegna, a Cagliari, e hanno accolto in maniera rumorosa i componenti del Comitato faunistico regionale che di lì a poco si sarebbero dovuto riunire per decidere se concedere una proroga. Dopo le veementi proteste di fine anno, culminate con un'interrogazione firmata dai consiglieri regionali Ignazio Artizzu, Paolo Terzo Sanna, Sisinnio Piras, Mariano Contu, Edoardo Tocco e Nello Cappai.
 
Il Comitato regionale faunistico ha deliberato "la prosecuzione dell'attività venatoria per gennaio, prevedendo la proroga per le specie: cesena, tordo bottaccio e tordo sassello sino al 19 gennaio 2012. Pertanto, la caccia a queste specie è consentita anche nei giorni 12, 15, e 19 gennaio 2012. Il decreto entrerà in vigore il giorno della pubblicazione sul Buras del 7 gennaio 2012".
 
Tre giornate in più che non hanno certamente soddisfatto i cacciatori: «Ma dove vanno a finire i nostri soldi? Da quanto tempo la Regione non fa un censimento delle specie e un ripopolamento?». E che hanno anche provocato la reazione delle associazioni ambientaliste. «Avevo annunciato che il ricorso era pronto», ha sostenuto Stefano Deliperi, del Gruppo d'intervento giuridico (Grig), «per inviarlo aspetteremo di avere il verbale della riunione del Comitato con i nomi di chi ha votato a favore. Poi, lo inoltreremo alla Corte di giustizia europea, alla Corte dei conti e anche alla procura della Repubblica. Questo è un regalo ai cacciatori che sono scesi in piazza a protestare. Ma sono certo che il Consiglio di Stato ribadirà quanto già sostenuto qualche giorno fa nella sentenza che ha provocato il taglio delle giornate. Perché alla base della nullità della proroga appena concessa, c'è la mancanza del fondamentale parere dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione ambientale, ndr). Stiamo assistendo all'ennesima carnevalata».