Dopo l'ultimatum, di fatto, della Ue il Pirellone si prepara a bloccarei provvedimenti sulla caccia in deroga e sulla cattura dei richiami vivi. Nei giorni scorsi, la Commissione europea ha inviato al nostro Paese tre lettere di messa in mora sul tema della protezione degli uccelli selvatici.
Anche Formigoni ha paura delle multe Ue…
Il governatore lombardo Roberto Formigoni, in una lettera inviata al presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, invita l’aula ad abrogare le due leggi sulla caccia in deroga e sulla cattura dei richiami vivi (quest’ultima impugnata nei giorni scorsi dal governo Monti di fronte alla Corte costituzionale) «al fine di evitare il protrarsi di una situazione di infrazione comunitaria» che espone a «gravi rischi, incluso il pagamento di sanzioni molto onerose».
I rilievi riguardano sia lo Stato, sia varie Regioni, tra cui la Lombardia, per violazioni già contestate in passato (con sentenze della Corte di giustizia), che in alcuni casi, scrivono da Bruxelles, non sarebbero ancora state corrette, o sarebbero state ripetute.
Di qui la procedura d'infrazione, con il rischio di sanzioni che consisterebbero in un pesante taglio nei fondi comunitari per l'agricoltura. Il nostro Paese ha ora due mesi per reagire. In Lombardia, nel mirino è finita la legge che ha permesso, per la stagione venatoria in corso, di sparare a storni, fringuelli, peppole, pispole e frosoni: violerebbe la direttiva uccelli comunitaria per carenza di motivazioni e per mancanza di solide basi scientifiche nel calcolo della «piccola quantità» di uccelli cacciabili (stesse ragioni per cui la legge lombarda era già stata bacchettata dalla Corte nel 2009).
E in campo, visto l'incubo sanzioni, è sceso direttamente il governatore Roberto Formigoni (nella foto), che in una lettera inviata al presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, invita l'aula ad abrogare le due leggi sulla caccia in deroga e sulla cattura dei richiami vivi (quest'ultima impugnata nei giorni scorsi dal governo Monti di fronte alla Corte costituzionale) «al fine di evitare il protrarsi di una situazione di infrazione comunitaria» che espone a «gravi rischi, incluso il pagamento di sanzioni molto onerose». «Dopo anni di deroghe alle normative europee», ha commentato il pd Pippo Civati, «per far contenti pochi cacciatori rispetto a una maggioranza che pratica l' attività venatoria rispettando le regole, il presidente della Regione chiede, questa volta con toni ultimativi rispetto ai precedenti e garbati inviti, che la si smetta con pratiche che espongono i cittadini al pagamento di multe salatissime. E con la crisi e i tagli, per Formigoni e il buon senso, è un rischio assolutamente da scongiurare».
La commissione Agricoltura si riunirà quindi martedì per discutere uno stop che, però, arriverebbe a stagione praticamente conclusa. La Regione redigerà anche una memoria difensiva.