Queste le conclusioni raggiunte al termine della giornata sullo storno organizzata da Federcaccia in Toscana. Per il mondo tecnico scientifico, ci sono tutti gli elementi per reinserire la specie – in continua espansione e che costa centinaia di migliaia di euro di danni all’agricoltura ogni anno – nell’elenco delle specie cacciabili.
All’appuntamento, ospitato nella tenuta di San Rossore, in provincia di Pisa, hanno portato il loro contributo personalità del mondo politico, scientifico e venatorio, illustrando uno status della specie che ne ha evidenziato chiaramente come la sua reintroduzione fra le specie cacciabili in Italia sia un obiettivo raggiungibile anche se con un percorso forse non così rapido come auspicabile.
Presieduti dal presidente della Fidc di Pisa, Marco Salvadori, dopo i saluti del direttore del Parco Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli Sergio Paglialunga, del presidente di Federcaccia Toscana Moreno Periccioli e del vicepresidente Face Europa Giovanni Bana, hanno avuto inizio i lavori, introdotti dal vicepresidente nazionale Fidc Lorenzo Carnacina.
Carnacina ha spiegato come alla base dell’iniziativa ci fosse il preciso obbiettivo di sensibilizzare il governo italiano sulla ormai indifferibile necessità di inviare all'Unione europea la domanda di modifica dell'allegato 2/2 della direttiva UE 147/2009 "Uccelli" per l'inserimento dello storno nelle specie cacciabili in Italia, così come avviene in tutti i Paesi Ue del bacino del Mediterraneo.
A sostegno, l’opinione di autorevoli rappresentanti della politica e delle istituzioni espressa dopo che gli interventi tecnico scientifici svolti dal dottor Spina dell’Ispra e da Michele Sorrenti dell’Ufficio Avifauna Migratoria Federcaccia hanno confermato la sostenibilità della richiesta dal punto di vista dello stato di salute della specie nel nostro Paese.
Un quadro rafforzato dalle relazioni di Alexander Griffin di Face Europa, l’associazione che rappresenta a livello di Ue oltre sette milioni di cacciatori, che ha esposto le opportunità in chiave europea per la caccia allo storno secondo la Direttiva Uccelli, e dalla ricostruzione da parte di Carlo Romanelli di come quella allo storno rappresenti in Italia una forma di caccia tradizionale, motivazione espressamente prevista a livello comunitario per consentire lo svolgimento di determinate forme di prelievo venatorio.
Il presidente del comitato tecnico faunistico venatorio, Luciano Rossi, portando il suo contributo ha espresso il suo impegno per far sì che i passi iniziati in sede di Ministero per la reintroduzione dello storno vengano portati avanti fino al compimento del loro iter da parte del Consiglio dei ministri presso la Commissione europea.
L’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, ha ribadito che a giudizio della regione la reintroduzione fra le specie cacciabili dello storno è la via maestra da seguire per giungere a una soluzione definitiva e soddisfacente della questione.
Assente per improrogabili impegni istituzionali, ha fatto pervenire il suo saluto ed espresso la propria disponibilità personale e istituzionale anche l’Assessore della Regione Puglia e coordinatore del settore Politiche agricole in Conferenza Regioni Dario Stefano.
Analoga disponibilità è stata espressa in questo senso da Paolo Russo, presidente della commissione agricoltura della Camera, anche lui assente per sopravvenuti impegni legati al suo incarico.
Nel suo intervento conclusivo, il presidente nazionale Federcaccia Gian Luca Dall’Olio ha affermato che «di fronte all’eccezionalità dello status venatorio dello storno in Italia, soprattutto alla luce di quanto emerso riguardo all’esistenza di tutte le condizioni tecnico-scientifiche avallate dall’Ispra, organo consulente previsto dalle attuali normative, riteniamo non sia più rimandabile una azione da parte del Governo per la sua reintroduzione fra le specie cacciabili. Da parte nostra, pur senza tralasciare soluzioni di altro tipo che rendano la specie già cacciabile dalla prossima stagione, prima di tutto la richiesta di un provvedimento governativo che renda possibile l’inserimento nei calendari venatori, faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità per raggiungere questo scopo».
Alla fine dei lavori è stato prodotto un documento (vedi allegato) promosso fra tutti i soggetti interessati per condividere concretamente questa richiesta avanzata da Federcaccia.