Verso una casa comune per le associazioni venatorie
Dall’incontro tra i rappresentanti delle associazioni venatorie aderenti a Face Italia (Franco Timo per Federcaccia, Paolo Sparvoli per Libera caccia, Lamberto Cardia per Enalcaccia, Giovanni Bana per Anuu) è stata posta la prima pietra di una nuova casa comune. È stato, infatti, firmato un accordo programmatico che prevede la possibilità di adesione, auspicata dalle associazioni firmatarie, da parte delle altre associazioni riconosciute. La finalità è “la costituzione …
Dall’incontro tra i rappresentanti delle associazioni venatorie aderenti a Face
Italia (Franco Timo per Federcaccia, Paolo Sparvoli per Libera caccia, Lamberto
Cardia per Enalcaccia, Giovanni Bana per Anuu) è stata posta la prima pietra di
una nuova casa comune. È stato, infatti, firmato un accordo programmatico che
prevede la possibilità di adesione, auspicata dalle associazioni firmatarie, da
parte delle altre associazioni riconosciute. La finalità è “la costituzione di
un nuovo organismo unitario di coordinamento delle associazioni aderenti, che
valorizzi le convergenze registrate sulle principali tematiche agro-ambientali
e faunistico-venatorie, stabilendo linee generali di politica venatoria che le
stesse associazioni si impegnano a estendere e a far rispettare a tutti i
rispettivi livelli organizzativi. Le associazioni aderenti, inoltre, con il
presente accordo si impegnano a definire il più opportuno e rapido percorso che
permetta di far evolvere il nuovo organismo unitario di coordinamento in un
vero e proprio unico soggetto rappresentativo di tutti i cacciatori italiani”.
La presidenza dell’organismo unitario di coordinamento sarà assunta a rotazione
da una delle associazioni aderenti, mentre la segreteria organizzativa farà
capo a un’altra delle associazioni: per il primo anno, la presidenza sarà
assunta dalla Federcaccia e la segreteria organizzativa a Enalcaccia. Tra i
punti programmatici, “la lotta per la pari dignità dei cacciatori e della
caccia italiani rispetto al resto d’Europa; le proposte per un calendario
europeo e mediterraneo, con tempi e specie di caccia, secondo le diverse realtà
territoriali, decisi tramite un’interpretazione non restrittiva della direttiva
79/409; le iniziatice per il corretto recepimento della direttiva in materia di
prelievo in deroga; la rivisitazione della normativa nazionale e regionale in
modo da garantire le peculiarità regionali in un contesto coordinato che tenga
fermi i principi della proprietà della fauna, della gestione del territorio,
della mobilità regolata dei cacciatori; il perseguimento della revisione della
legge 394/91 e la riconsiderazione della sua attuazione per ricondurre le
percentuali di aree in divieto di caccia nei limiti della legge 157/92; la
corretta e razionale applicazione delle Direttive Uccelli e Habitat in tema di
costituzione e gestione della Rete Natura 2000; la promozione e
istituzionalizzazione del volontariato e della protezione civile nell’ambito
delle associazioni venatorie.