Pietta Le Mat calibro .44, l’arma dei confederati

Uno dei più poderosi revolver ad avancarica mai prodotti, utilizzato nella guerra di secessione americana, è stato riprodotto e messo alla prova. A dir poco sorprendenti i risultati

Di Luca Brigatti

La guerra civile americana fu una grossa occasione di affari per tutti gli avventurieri in cerca di fortuna di cui pullulava il nuovo continente, tanto a Sud quanto a Nord. Con la prospettiva di rapidi e facili guadagni, molti di questi personaggi si lanciarono nel traffico e nella produzione di armi.
Jean Alexandre Francois Le Mat, un aristocratico parigino caduto in disgrazia e appassionato di armi, non faceva eccezione. Autoproclamatosi dottore con specializzazione in fisica Le Mat, in giovane età, lasciò il Vecchio continente per cercare fortuna in Canada. Da qui si trasferì in Louisiana, come consulente del governatore: per i suoi servizi fu nominato colonnello honoris causa, titolo che in seguito gli tornò estremamente utile.
Durante gli svariati lavori, Le Mat non abbandonò mai la passione per le armi e, dopo numerosi tentativi ed esperimenti, realizzò un revolver inusuale, di dimensioni notevoli, dotato di un tamburo a nove camere di calibro compreso tra .40 e .42. L'asse di rotazione del tamburo era, in realtà, una seconda canna ad anima liscia di calibro compreso tra .60 e .63, contenente un solo colpo caricato a pallini. Le camere di scoppio del tamburo erano caricate con l'ausilio di un calcatoio solidale all'arma, mentre per la camera centrale era utilizzato un ulteriore calcatoio amovibile. Il passaggio da una canna all'altra era effettuato spostando la parte terminale del cane, snodata sul suo asse.
Questa pistola fu brevettata negli Stati Uniti il 21 ottobre 1856 con il numero 15.925 e, tre anni dopo, lo stesso brevetto fu depositato in Inghilterra.
In un primo tempo, la rivoltella non riscontrò particolare successo ma, con lo scoppio delle ostilità e grazie alla raccomandazione del generale confederato Pierre Beauregard, l'ufficio deputato agli approvvigionamenti, le cose cominciarono a cambiare. Beauregard, dopo aver provato alcuni prototipi prodotti da John Krider di Filadelfia, stilò nel 1861 un ordine di 5.000 pezzi.

Le Mat abbandonò il titolo di dottore adottando quello di colonnello, più consono alla situazione, e iniziò la ricerca di un costruttore per la sua arma. Il problema si rivelò di ardua soluzione: Le Mat riuscì a intavolare trattative solo con Cook and Brothers, di New Orleans, ma non andarono a buon fine.
A questo punto il nostro colonnello rivolse le sue attenzioni alla Francia, il suo Paese d'origine. S'imbarcò sulla nave postale Trent, diretta a Londra: insieme a lui c'erano gli ufficiali confederati James Murray Mason e John Slilell. Poco dopo l'inizio del viaggio però, l'8 settembre 1861, l'imbarcazione fu abbordata dalla nave da guerra unionista San Jacinto e i due ufficiali confederati furono arrestati e internati a Fort Warren, a Boston.
Le Mat, spacciatosi per francese, potè proseguire il viaggio. Giunto a Parigi, prese contatti con l'azienda Charles Frederic Girard and Son, con sede al numero 9 di Passage Joinville, ma i risultati furono deludenti: i primi esemplari prodotti non rispettavano le tolleranze necessarie per un corretto funzionamento.
Di conseguenza, Le Mat si rivolse alla Birmigham Small Arms Company, in Inghilterra. Le armi, questa volta, furono realizzate a regola d'arte e Le Mat, soddisfatto, iniziò la produzione in serie della pistola, effettuando le consegne a ufficiali confederati accreditati in Francia e Gran Bretagna, per non accollarsi il rischio di un sequestro in caso di perquisizione da parte della flotta unionista, che aveva posto il blocco navale ai porti confederati.

La pistola incontrò immediatamente il consenso degli ufficiali confederati che però, a causa del calibro inusuale per gli Stati Uniti, in molti casi preferirono modificarla per il calibro .44, prima nella versione a percussione e successivamente per le cartucce a bossolo metallico.
Quasi tutti i 3.000 esemplari realizzati raggiunsero la confederazione, dove trovarono numerosi estimatori tra cui i generali Beauregard (peraltro cugino della moglie di Le Mat), Anderson e Stuart. I grossi ordini terminarono con la guerra, ma la fama di quest'arma era ormai conquistata: Le Mat continuò la produzione sia in Belgio sia in Gran Bretagna, adattando il progetto per la cartuccia metallica a percussione centrale e anulare e per le munizioni a spillo, ampiamente utilizzate nelle colonie penali francesi. La pistola ebbe una certa diffusione fino al 1870, ma cadde rapidamente nell'oblio con l'arrivo dei primi revolver a telaio chiuso nati per la retrocarica. Le Mat morì nel 1883, all'età di 59 anni.

​Sparare con un'arma corta che pesa oltre 1.500 grammi è un'impresa impegnativa. Il peso eccessivo, gli organi di mira del tutto sorpassati e le dimensioni mastodontiche non la rendono certo l'ideale per il tiro di precisione. Nonostante ciò, il Le Mat è capace di notevoli prestazioni nel tiro mirato, e la eccezionale autonomia di fuoco (in rapporto alle altre realizzazioni coeve) lo rende particolarmente divertente da usare.
La carica normale è di 1,2 grammi di polvere nera numero 1, con palla di .454 millesimi di pollice. Come borra si può utilizzare un cartoncino o il classico semolino. L'arma, comunque, può essere usata anche con dosi maggiori senza problemi: basti pensare che, per gli americani, la dose normale di polvere per il calibro. 44 è di 2 – 2,5 grammi di polvere nera.
Noi abbiamo provato tanto la carica standard quanto quella massima indicata dai manuali statunitensi: quella più precisa è senz'altro la prima, mentre la più scenografica è quella da 2,5 grammi. In questo caso, però, la leva del calcatoio tende a sganciarsi dalla sua sede e dopo ogni colpo deve essere rimessa in posizione manualmente.

L'uso di entrambe le canne deve essere fatto con criterio e con un minimo di attenzione. Normalmente si spara prima con la canna liscia e successivamente con il tamburo, per evitare che una delle vampe causate dagli inneschi delle camere del cilindro vada a innescare la canna centrale.
Per sparare con quest'ultima bisogna abbassare la parte terminale del cane: quando la massa battente si abbassa, però, si corre il rischio (più teorico che reale) che il rinculo la faccia spostare in senso orizzontale, innescando anche la camera di scoppio superiore del tamburo.
Di conseguenza, è sempre consigliabile sparare con la canna centrale prima di posizionare le capsule sui luminelli del tamburo. Il caricamento del tamburo è di facilità estrema e il calcatoio in dotazione all'arma svolge perfettamente la sua funzione. Anche l'inserimento delle capsule sui luminelli non dà problemi, grazie alla generosa svasatura presente sul lato destro dello scudo di rinculo.
Il caricamento della canna ad anima liscia è leggermente più laborioso, in quanto la bacchetta in dotazione è di difficile utilizzo: in questo caso, consigliamo l'impiego di attrezzi creati all'uopo in luogo della bacchetta di serie.
Nonostante la Le Mat sia nata come oggetto commemorativo, si è dimostrata all'altezza delle migliori repliche della sua categoria, con rosate davvero degne di nota: su nove colpi sparati a mano libera, ovvero un tamburo, la maggior parte sono doppiati o molto vicini tra di loro. Questo è anche indice di una attenta cura nella foratura della canna e nella rifinitura del vivo di volata.
Lo scatto è netto e preciso, con peso di sgancio di 1.500 grammi che ne consente un proficuo utilizzo. La Fap ha avuto indubbiamente una felice intuizione nel cimentarsi con questa replica che, uscendo dai canoni dei soliti revolver Colt e Remington, si propone sia all'appassionato di storia armiera, che potrà ammirare l'organizzazione meccanica assolutamente unica, sia al tiratore, che potrà scoprire il divertimento di tirare dieci colpi di seguito con un'arma ad avancarica.

L'articolo completo è stato pubblicato su Armi e Tiro – luglio 2002

Produttore: Fap-F.lli Pietta, via Mandolossa 102, 25064 Gussago (Bs), tel. 03.03.73.70.98, fax 03.03.73.71.00, fap@spidernet.it
www.pietta.it
Modello: Le Mat Army
Tipo: revolver ad avancarica
Funzionamento: ad avancarica del tamburo, accensione a luminello
Calibro:.44 (.454 effettivo); canna liscia calibro .63
Alimentazione: tamburo della capacità di 9 colpi
Canna: lunga 171 mm, con sette righe ad andamento destrorso e un passo di 1 giro in 762 mm
Lunghezza totale: 340 mm
Percussione: cane esterno
Scatto: Singola azione
Mire: tacca di mira a "V" ricavata mediante fresatura sul cane, mirino a piramide
Peso: 1.600 grammi
Materiali: acciaio al carbonio, guancette in noce
Finiture: brunitura nera lucida, cane tartarugato