Caso Voghera: Unarmi replica alle dichiarazioni di Letta

L’Unione degli armigeri italiani ha replicato alle dichiarazioni esternate dal segretario Pd, Enrico Letta, all’indomani dei fatti avvenuti a Voghera, dove un assessore comunale ha sparato a un soggetto mentalmente instabile in una cornice ancora tutta da chiarire. Riceviamo e pubblichiamo:

 

Assistiamo tristemente rassegnati alle strumentalizzazioni politiche di eventi di cronaca, peraltro ancora del tutto da definire nelle dinamiche e nelle responsabilità, da parte dei soliti politici che devono accattivarsi la loro (potenziale) quota di elettori disarmisti. Gravissime e fuori da ogni logica le dichiarazioni del Segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, secondo cui nessun privato cittadino dovrebbe poter detenere armi, che sarebbero da riservarsi esclusivamente alle forze di polizia – come si conviene ad ogni sano regime dittatoriale, osserviamo noi. Immaginiamo ovviamente che tale misura non si intenda da applicarsi a politici, magistrati (i quali sono attualmente esentati totalmente perfino dalla verifica dei requisiti psicofisici!) ed alle numerose scorte che noi tutti finanziamo.

Quello che dobbiamo constatare è che certi personaggi sono la massima espressione del “due pesi, due misure”, motivo per cui si fanno garanti dei diritti quando si tratta di alcune categorie di cittadini (o spesso di non-cittadini) mentre altre categorie tra cui la nostra possono essere diffamate e vessate senza alcun filtro o scrupolo. Quindi, correttamente, non bisogna mai generalizzare se migliaia di crimini ogni anno sono commessi da immigrati, quando emergono episodi di terrorismo o legati al terrorismo ed in seno sempre agli stessi gruppi religiosi, quando emergono episodi di uso politico o talvolta a dir poco “mafioso” della Giustizia da parte di alcuni membri della magistratura, quando vi sono evidenti usi criminali dell’informazione da parte dei giornalisti, quando nella politica emergono frequentissimi casi di corruzione o clientelismo… però quando si tratta di detentori legali di armi ogni generalizzazione è lecita ed ogni singolo episodio di cronaca, per quanto tutt’altro che frequenti in rapporto all’enorme numero dei cittadini interessati, è utile alla diffamazione dell’intera categoria ed alla proposta di misure sempre più repressive.

Per quanto riguarda invece la sacrosanta presunzione di innocenza, garanzia costituzionale puntualmente rivendicata per i “soggetti più tutelati”… quando si tratta di detentori di armi cessa di ritenersi considerabile?

È deprimente inoltre rilevare come il possesso legale di armi sia diventato uno degli indici di contrapposizione tra gli schieramenti, per cui se vi è una parte che non intravede pericoli particolari l’altra deve prendere posizione estremamente opposta solo per rimarcare differenze politiche e/o “culturali” e marcare un territorio ideologico che attragga o consolidi un certo elettorato. Ma siamo sicuri che poi lo scopo sia raggiunto? Non sono d’altronde pochi gli elettori di sinistra o centrosinistra, ad esempio, che praticano l’attività venatoria e certamente le dichiarazioni di Letta, che rappresenta un intero partito, non lasciano molto spazio ad equivoci.

Anzi non possiamo infine non far notare come neanche durante il ventennio 1922-1943 si arrivò mai ad ipotesi così repressive: in Italia misure analoghe a quelle proposte ed auspicate dal Segretario del PD furono imposte solo dai nazisti occupanti durante la guerra.

Visto il progressivo e rapidissimo irrigidimento delle posizioni di Letta, che dal chiedere solo un mese fa nuove norme sul possesso di armi oggi ne chiede il divieto totale ai cittadini, cosa dobbiamo aspettarci al prossimo episodio di cronaca? La fucilazione dieci ad uno? Speriamo almeno che in questi ultimi 80 anni abbiano imparato a contare. Speriamo.