La deputata dei Verdi Luana Zanella aveva già in passato dimostrato la propria posizione nei confronti degli appassionati d’armi, con un progetto di legge che voleva imporre l’assicurazione obbligatoria a tutti i possessori di armi per poter risarcire le eventuali vittime di atti di follia o criminali (peccato che in caso di dolo le assicurazioni non paghino). Il 23 maggio 2006, Luana Zanella ha presentato il ddl 868, assegnato in sede referente alla Commissione I a…
La deputata dei Verdi Luana Zanella aveva già in passato dimostrato la propria
posizione nei confronti degli appassionati d’armi, con un progetto di legge che
voleva imporre l’assicurazione obbligatoria a tutti i possessori di armi per
poter risarcire le eventuali vittime di atti di follia o criminali (peccato che
in caso di dolo le assicurazioni non paghino).
Il 23 maggio 2006, Luana Zanella ha presentato il ddl 868, assegnato in sede
referente alla Commissione I affari costituzionali il 19 luglio. Nel ddl, oltre
alla previsione di controlli psicofisici annuali per i titolari di Porto d’armi
e per i semplici detentori, salta di nuovo fuori la storiella dei
“compartimenti stagni”: chi ha il Porto per Tiro a volo comprerà solo fucili a
canna liscia, chi ha il Porto di fucile per uso caccia solo fucili e carabine,
le pistole si acquistano solo con Porto di pistola per difesa (che tanto
l’autorità di polizia non rilascia) oppure con il Nulla osta. Se possiamo
essere d’accordo con la Zanella in merito al rafforzamento dei controlli
psicofisici (ma non con le modalità proposte, semplicemente irrealizzabili
nella pratica e tali da portare alla completa paralisi del settore), non
riusciamo a capire perché chi desidera svolgere l’attività di Tiro a segno con
pistole e carabine e, nello stesso tempo, la caccia o il Tiro a volo debba
dotarsi di tre o quattro tipologie diverse di autorizzazione, che comportano
però la consegna all’autorità DEGLI STESSI IDENTICI DOCUMENTI. In pratica, si
tratta di far sapere alla pubblica amministrazione tre o quattro volte la
stessa cosa, in barba alla semplificazione amministrativa che dovrebbe regolare
il nostro ordinamento. Auspichiamo, dopo la lettura del ddl, che almeno questa
volta le associazioni di categoria facciano sentire la loro voce.
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