Nelle università americane in cui è stato ammesso il trasporto o il porto delle armi, i crimini violenti non solo non sono aumentati, bensì…
I consueti soloni del pensiero politicamente corretto (e del disarmismo militante) hanno sempre proposto il sillogismo secondo il quale l’aumento delle armi (legalmente) disponibili nei campus universitari avrebbero comportato inevitabilmente un aumento della violenza armata. Sta di fatto che, invece, nei campus dei sette Stati americani che hanno autorizzato il porto occulto nelle università e dei cinque che consentono il trasporto delle armi, non si sono registrati atti violenti da quando le rispettive politiche di apertura sulle armi sono state messe in atto.
In particolare la Valdosta state University, in Georgia (Stato nel quale il porto occulto è consentito nei campus dal luglio 2017), ha reso noto un rapporto nel quale si evidenzia che non vi è stato alcun aumento negli omicidi dolosi o colposi nel periodo compreso tra il 2016 (quindi prima della riforma legislativa) e il 2018, in compenso i furti con scasso sono passati dai 22 del 2016 ai 9 del 2018 e le aggressioni aggravate sono passate dalle 3 del 2016 a una sola nel 2018. Altri campus universitari degli altri Stati americani più liberali in materia di armi hanno fornito analoghi dati e altrettanto analoghe conclusioni: allo stato attuale, la possibilità di portare o trasportare legalmente armi nei campus (per esigenze sportive o di autodifesa) non ha costituito alcun pericolo per i campus medesimi ma, anzi, sembra abbiano svolto una funzione deterrente sui reati in generale.