Antonio Bana, presidente di Assoarmieri (in rappresentanza di Anlc), e l’avvocato Antonio Papi Rossi sono tra le persone che si sono impegnate per rintuzzare innanzi al Tar Lombardia il ricorso presentato da una associazione animalista, per l’annullamento del calendario venatorio regionale.
“Da parte mia c’è grande soddisfazione, unitamente all’avvocato Antonio Papi Rossi, per il risultato ottenuto”, ha commentato Bana, “poteva essere una Caporetto, invece abbiamo ribaltato la situazione facendo emergere l’atteggiamento pretestuoso dell’associazione animalista e delle sue richieste, che sono state definite prive del fondamentale requisito di rilevanza e carenti sotto il profilo della motivazione, in particolare per le ragioni secondo le quali la difformità del calendario rispetto al parere Ispra potesse, o meno, assurgere a vizio di legittimità dell’atto impugnato”.
“L’incidenza sul calendario venatorio dell’unico punto del ricorso, che abbia avuto parziale accoglimento, appare di minor conto poiché le correlate limitazioni alla caccia si riferiscono esclusivamente a tortora selvatica, allodola, tordo bottaccio, cesena, tordo sassello, pavoncella, quaglia e coturnice. Sul punto occorre poi considerare che, come testualmente rilevato dal Tar, resta salvo il potere della Regione Lombardia di regolazione dell’attività venatoria per la stagione in corso nel rispetto delle risultanze della presente sentenza. Sul piano processuale, rappresentiamo che ai sensi dell’art. 92 c.p.a. l’Associazione animalista potrà proporre eventuale appello in Consiglio di Stato entro il termine di 60 giorni, a decorrere dalla notificazione della sentenza del Tar; in difetto di notificazione della sentenza, il termine è di 6 mesi. In questa ipotesi, tuttavia, non vi è il rischio di azioni sottotraccia poiché il ricorso in Consiglio di Stato dovrà essere notificato a tutte le parti costituite in primo grado sicché Libera caccia avrà tempi e modi adeguati per rassegnare le migliori difese nel merito”.