Trasformare gli ungulati che popolano l'appennino bolognese da calamità per gli agricoltori a elemento di valorizzazione enogastronomica e turistica del territorio. È l'obiettivo della nuova filiera della selvaggina costituita dalla provincia di Bologna: un'iniziativa "unica nel suo genere", sottolina palazzo Malvezzi, che domenica verrà presentata in occasione della Tartufesta in programma a Monzuno il prossimo 20 ottobre.
La filiera ha l'obiettivo di proporre carni di eccellenza e a tracciabilità garantita non solo per il mondo della ristorazione, ma anche per il consumo famigliare. L'appuntamento di domenica è pensato sensibilizzare e informare sia le attività commerciali, sia i consumatori. Il programma prevede, oltre a un convegno sulla nuova filiera e la tutela del territorio rurale, anche l'inaugurazione del nuovo laboratorio della macelleria Zivieri, dotato di sale per l'attività didattica e formativa. Proprio a questa attività, tra l'altro, la comunità montana ha affidato di recente la gestione del macello di Castel di Casio, che sarà dedicato esclusivamente alla lavorazione di queste carni. L'intenzione è quella di "promuovere uno sviluppo dell'economia locale che parta anche da questo patrimonio", ha sottolineato in conferenza stampa l'assessore provinciale alla pianificazione faunistica, Gabriella Montera.
Le carni al centro del progetto presentano "valori nutrizionali interessantissimi, paragonabili a quelli dei bovini e dei suini di eccellenza", sottolinea Aldro Zivieri, eppure a oggi "su questo territorio non esiste una filiera al 100% italiana".
Nell'ultima stagione venatoria, ricorda la Provincia, i prelievi in caccia hanno riguardato 1.235 caprioli, 415 cervi, 4.518 cinghiali e 287 daini a cui aggiungere, nel 2012, 892 cinghiali abbattuti nell'ambito dei piani di controllo provinciali. Questo a fronte di una popolazione censita composta da 26.000 caprioli, 1.500 cervi, 10.000 cinghiali e 1.100 daini.