Dopo la batosta presa con la sua proposta di allentare la legislazione in materia di armi, Bolsonaro rilancia con una proposta ancora più estrema: depenalizzare l’uso delle armi contro i criminali
Jair Bolsonaro, il presidente del Brasile, non ci ha messo evidentemente troppo a leccarsi le ferite dopo la bocciatura della sua proposta di allargamento delle maglie legislative sul possesso legale di armi da parte del Senato, che lo convinse a ritirarla di propria iniziativa. Tanto è vero che rilancia con una proposta ancora più forte, consistente nella depenalizzazione dell’impiego della forza (anche letale, va da sé…) nei confronti dei criminali. Il provvedimento, se approvato, consentirebbe di inserire nel codice penale carioca una ben precisa scriminante (excludente de ilicitude) per chi dovesse sparare per difendersi dalla criminalità. Il provvedimento si dovrebbe applicare tanto agli operatori delle forze dell’ordine, quanto ai privati cittadini. Secondo il Bolsonaro-pensiero, ciò dovrebbe portare rapidamente a un drammatico calo della criminalità nel Paese. “Questa gente (i criminali…) morirà per le strade come fossero scarafaggi, ed è ciò che si meritano”, ha commentato. A fronte di un consenso entusiastico da parte dei suoi sostenitori, non sono mancate le critiche da parte degli oppositori di Bolsonaro, che hanno in particolare sottolineato come una misura di questo genere possa facilmente portare a un incremento esponenziale della brutalità da parte della polizia. Gli oppositori portano, a sostegno della loro opinione, un dato statistico che certifica già oggi, nei primi sei mesi del 2019, un numero di 881 persone uccise dalla sola polizia di Rio De Janeiro, mentre nel 2018 sono state ben 6.200 le persone uccise dalla polizia in tutto il Brasile.