Il governo Trudeau ha assegnato a Ibm Canada un contratto di 1,2 milioni di dollari per supportare il progetto di buyback delle armi dichiarate illegali lo scorso 1° maggio
Nonostante le stesse forze dell’ordine canadesi abbiano già espresso un giudizio piuttosto netto, e negativo, sull’operazione di messa fuori legge di 1.500 diversi modelli di armi legalmente detenute dai cittadini canadesi, il primo ministro Justin Trudeau tira diritto e assegna un contratto del valore di 1,2 milioni di dollari alla filiale canadese dell’Ibm. Il compito è quello di creare un programma per la gestione del progetto di buyback, cioè di riacquisto al prezzo di mercato, delle armi considerate vietate, dai legittimi possessori. La prima fase del contratto si concluderà già il prossimo 8 febbraio e prevede la consultazione tra Ibm e i vertici delle agenzie federali, per ideare le azioni necessarie e in particolare i modelli matematici da attuare per il calcolo dell’equo compenso per ciascun modello di arma. “Il programma si concentrerà sulla garanzia di offrire un equo compenso ai proprietari e alle imprese interessate, assicurandosi allo stesso tempo che i costi di implementazione e gestione del programma siano ragionevoli e sostenibili”, ha affermato Tim Warmington, portavoce della pubblica sicurezza canadese, “Ulteriori informazioni sulla progettazione del programma di riacquisto e qualsiasi potenziale risarcimento per le armi da fuoco interessate saranno fornite una volta che saranno disponibili”.
Nello specifico, la Royal canadian mounted police (le mitiche “giubbe rosse”) aveva evidenziato come il programma di buyback del governo Trudeau, oltre a non avere influenza alcuna sull’impiego illegale delle armi, avrebbe drenato dai bilanci pubblici denari che invece sarebbero stati molto più utili per il vero contrasto al traffico illegale di armi (a partire dal rafforzamento della sorveglianza sulla frontiera con gli Stati Uniti). A quanto pare, non sbagliavano e il primo ministro è partito in quarta con lo scialo…