Caprioli impossibili in Piemonte?
La regione Piemonte ha disposto l’abbattimento selettivo di ben 600 caprioli, risultati in esubero. Immediata la reazione da parte degli ambientalisti, che alla “strage di Bambi” contrappongono soluzioni quantomeno pittoresche: si parte con il parere di Franco Frattini, vice presidente della Commissione europea: «Sono sorpreso che la Regione Piemonte, in cui i Verdi partecipano al Governo, dopo aver molte volte invocato regole di difesa della fauna selvatica, addir…
La regione Piemonte ha disposto l’abbattimento selettivo di ben 600 caprioli,
risultati in esubero. Immediata la reazione da parte degli ambientalisti, che
alla “strage di Bambi” contrappongono soluzioni quantomeno pittoresche: si
parte con il parere di Franco Frattini, vice presidente della Commissione
europea: «Sono sorpreso che la Regione Piemonte, in cui i Verdi partecipano al
Governo, dopo aver molte volte invocato regole di difesa della fauna selvatica,
addirittura disponga l’abbattimento di 600 caprioli, incluse femmine e piccoli;
senza alcuna evidente attività di ricerca di soluzioni alternative». Il
governatore della Calabria, Agazio Loiero, si è offerto di accogliere nei
boschi e sulle montagne della Calabria questi animali, pur di farli scampare al
“massacro”, e sembra che gli amministratori piemontesi abbiano accettato di
trasferire nella regione meridionale almeno 100 capi.
La Regione Piemonte ha deciso anche di posticipare l’inizio del prelievo al 24
agosto. Il commento di Loiero: «La Calabria è la regione dei parchi, oltre a
quelli nazionali dell’Aspromonte, della Sila e del Pollino ci sono diverse oasi
naturalistiche. Dunque, quale migliore habitat per ospitare questi caprioli,
che, peraltro, arricchiranno ulteriormente il nostro patrimonio faunistico? Il
motivo della nostra iniziativa sta tutto qui; ci è sembrato quasi naturale
farci avanti ed offrire la nostra disponibilità, anche perché le politiche
ambientali nella nostra regione recentemente hanno avuto grande impulso.
Ospitare quei caprioli è per noi un’opportunità, tanto più significativa in un
territorio come il nostro in cui l’obiettivo è di coniugare in modo sempre più
efficace ambiente e turismo». La Regione Piemonte ha deciso che questa
esperienza varrà anche come sperimentazione dell’organizzazione per la cattura
egli animali, così dall’anno prossimo sarà possibile esaudire le ulteriori
richieste ed arrivare all’affidamento» anche di tutti i caprioli elencati in
sovrannumero e quindi destinati alla caccia.
Noi non possiamo che osservare con una certa apprensione questa gestione del
territorio umorale e approssimativa: anche se in Calabria esistono già
caprioli, l’arrivo in massa di 100 esemplari che fino a ieri non esistevano
potrebbe portare conseguenze dannose per l’ambiente (sì, proprio per
l’ambiente, quello che secondo alcuni i cacciatori non sarebbero in grado di
tutelare) e per le altre specie, nel medio e lungo periodo. Auspichiamo che,
per il futuro, non sia come al solito la spinta emotiva a farla da padrone, ma
la gestione del territorio fatta con criteri scientifici (e non con i cartoni
animati).