È favorevole alla caccia? «Non sono un cacciatore, ma apprezzo i cacciatori che proteggono anche l'ambiente. Quelli che vanno a caccia per sfogarsi, invece, mi pare che siano pericolosi». Questa la risposta fornita in una delle prime interviste dal neo nominato ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. Logico che questa presa di posizione, che potrebbe anche aprire a un moderato ottimismo, sia stata immediatamente usata dalla Lipu, naturalmente solo nella parte di “eccezione alla caccia”: «Il rilancio dell’Italia, oltre che da politiche ambientali realmente sostenibili, passa anche dal rispetto della legalità ambientale e da una natura più tutelata», è stato il commento della Lipu. «ci fa piacere che il ministro accenni ai problemi causati da quei cacciatori che, come lui dice, sparano per sfogarsi e dunque pongono in essere una caccia distruttiva». «Tuttavia è bene che il ministro Clini si documenti approfonditamente sull’entità di questo fenomeno in Italia e sui gravi problemi che provoca, alla natura, all’ambiente, alle persone: gru e aquile abbattute, piccole isole invase dall’illegalità venatoria, morti e feriti anche tra le forze dell’ordine, piombo disperso nell’ambiente, stragi compiute da cacciatori italiani all’estero, concessione continua di deroghe. «Saremmo lieti di aggiornare il ministro Clini sulle infrazioni comunitarie e le condanne subite dal nostro Paese, o ancora sulla violenza con cui molti cacciatori attaccano l’Ispra, istituto autorevolissimo che attiene proprio al ministero dell’Ambiente, continuamente insultato e offeso, al punto che è dovuta intervenire la Commissione europea per prenderne le difese. Così come è opportuno che il ministro sappia di come sono trattati, dagli stessi praticanti dell’attività venatoria, quei cacciatori italiani che quantomeno cercano di promuovere un’attività venatoria meno impattante e più rispettosa delle regole. È necessario anche che venga affrontato con rapidità il tema delle tante specie di uccelli che sono cacciate in periodi vietati o di quelle che dovrebbero essere escluse dalla lista delle specie cacciabili, perché in grande sofferenza. Si tratta, peraltro, di un compito essenziale del ministero dell’Ambiente, che attiene alla salvaguardia della biodiversità e richiede un impegno non differibile. Insomma il ministro ha certamente molto da fare perché la grave piaga della cattiva caccia italiana sia finalmente sanata e la natura tutelata di più».