Tempi duri per il commercio internazionale di armi: da un lato, infatti, l’impegno da parte della Santa sede per promuovere un trattato che limiti il commercio di armi globale ha trovato l’appoggio dei ministri degli esteri di due importanti Paesi europei, David Miliband (Gran Bretagna) e Bernard Kouchner (Francia); dall’altro, la Banca d’Italia ha deciso di alzare il livello di controllo sulle operazioni che gli istituti di credito eseguono nel contesto della pro…
Tempi duri per il commercio internazionale di armi: da un lato, infatti,
l’impegno da parte della Santa sede per promuovere un trattato che limiti il
commercio di armi globale ha trovato l’appoggio dei ministri degli esteri di
due importanti Paesi europei, David Miliband (Gran Bretagna) e Bernard Kouchner
(Francia); dall’altro, la Banca d’Italia ha deciso di alzare il livello di
controllo sulle operazioni che gli istituti di credito eseguono nel contesto
della produzione e vendita di armi di distruzione di massa. Con un
provvedimento firmato dal direttore generale dell’istituto, Fabrizio Saccomanni
(in foto nella homepage), la banca fornisce una serie di indicazioni,
meccanismi e obblighi atti a mettere in opera “un esercizio di controlli
rafforzati contro il finanziamento dei programmi di proliferazione di armi di
distruzione di massa”. La rete italiana per il disarmo auspica che tutti gli
istituti di credito, attraverso l’associazione di categoria Abi, adottino i
criteri suggeriti dalla Banca d’Italia e, anzi, li esplicitino in un codice
etico interno che sia poi riportato sul sito della banca e sul bilancio
sociale.