Coordinamento unitario tra associazioni venatorie
L’Associazione cacciatori lombardi nasce a Brescia nel 2000 e oggi vanta presenze in tutta la Lombardia, con circa 3.000 soci di cui 1.800 nella sola Brescia. Oggi l’associazione è in fermento e si raccoglie attorno a un importante progetto che ci viene illustrato dal presidente Eugenio Casella, a poche ore dalla conferenza stampa in occasione dell’apertura di Exa in cui sono state enunciate le proposte dei cacciatori lombardi. «Si tratta di una iniziativa nata dalla …
L’Associazione cacciatori lombardi nasce a Brescia nel 2000 e oggi vanta
presenze in tutta la Lombardia, con circa 3.000 soci di cui 1.800 nella sola
Brescia. Oggi l’associazione è in fermento e si raccoglie attorno a un
importante progetto che ci viene illustrato dal presidente Eugenio Casella, a
poche ore dalla conferenza stampa in occasione dell’apertura di Exa in cui sono
state enunciate le proposte dei cacciatori lombardi. «Si tratta di una
iniziativa nata dalla base dei cacciatori, dal loro giustificato scontento, che
noi abbiamo accolto. Noi intendiamo semplicemente costituire la base logistica
per la presentazione di questo progetto che mira a unificare tutti i cacciatori
con l’unico ideale di salvare la caccia, visto che nell’ultimo periodo il
ministero per l’Ambiente ha reso la vita molto difficile alla caccia e in
particolare ha impugnato presso la Corte costituzionale la legge regionale
lombarda, approvata a inizio anno. Lo scontento dei cacciatori lombardi sfocia
dunque in azione politica: tutti parlano della nascita di un nuovo partito. Si
concretizzerà in un movimento politico che avrà come unico obiettivo salvare la
caccia, in maniera democratica e nel rispetto delle leggi. Tutte le
associazioni sono invitate: vogliamo che ognuno mantenga la propria identità
come associazione, chi ha voluto questo sono i cacciatori e ciascuno si è
impegnato al di fuori di cariche istituzionali o associative».
Di diverso avviso Osvaldo Veneziano, presidente nazionale Arcicaccia: «Mentre
il paese chiede la semplificazione», ha spiegato a Brescia «si torna a parlare
di una cosa anacronistica, di un elemento di disturbo che farebbe male non solo
alla democrazia ma agli stessi cacciatori. Spero che le grandi associazioni di
caccia storiche riescano a isolare questo tentativo». Veneziano ha, invece,
espresso commenti positivi per l’intervento al convegno giuridico di Exa del
deputato Maurizio Zipponi (Rifondazione comunista): «si è impegnato affinché
sul tema discusso delle Zone a protezione speciale e dei Siti di interesse
comunitario si possa pervenire a un’iniziativa parlamentare bipartisan. Il
nostro Paese ha bisogno di norme di salvaguardia minime». Relativamente alla
prospettiva di un coordinamento tra le associazioni venatorie, si registrano
pareri discordanti: da una parte si è fatta sentire l’Anuu che, per bocca del
proprio presidente Giovanni Bana, ha ribadito come “ogni ritardo sia negativo
per la caccia in Italia e in Europa, vista la nostra incapacità di fare sistema
anteponendo le vere necessità della caccia e dei cacciatori a ogni piccola e
talvolta personale obiezione”. Su posizioni opposte Italcaccia, il cui
presidente Mario Gargano si è detto “interessato oltre ogni dire a una univoca
presa di posizione dell’associazionismo venatorio”, precisando però subito che
“talune associazioni hanno in corso un serio, fondamentale contenzioso con
Confavi, quindi reputo che sarebbe opportuno trovare la forza di recitare con
dignità il ruolo di parti contrapposte”.