La cabina di regia del mondo venatorio, in vista delle elezioni europee, ha diffuso un comunicato nel quale sottolinea quali sono i temi “caldi” per l’attività venatoria che occuperanno la prossima legislatura e rilancia il manifesto politico definito insieme alla Face.
“Dal 6 al 9 giugno si terranno le elezioni europee e il prossimo Parlamento sarà decisivo per il futuro della caccia. L’80% delle norme e dei regolamenti che colpiscono i cacciatori oggi arrivano da Bruxelles. Ciò include le leggi che riguardano quali specie di uccelli possono essere cacciati, quando e dove e il tipo di arma da fuoco e munizione da usare. L’Italia eleggerà 76 membri del Parlamento europeo (Mep) su un totale di 720 componenti per il prossimo mandato politico della durata di 5 anni.
Nonostante l’enorme influenza delle decisioni Ue sulle nostre vite ogni giorno, l’interesse e la partecipazione alle elezioni europee sono relativamente bassi rispetto alle elezioni nazionali. L’affluenza media alle urne nell’Unione è stata di circa il 50% nelle ultime elezioni (2019), che vanno dall’88% in Belgio (dove il voto è obbligatorio) a un’affluenza record in negativo del 22% in Slovacchia. Una scarsa affluenza alle urne significa che i cittadini che votano tendono ad avere una grande possibilità di plasmare la direzione futura della politica comunitaria. Al contrario, coloro che non fanno sentire la loro voce durante le campagne o non si presentano ai seggi elettorali per votare rischiano di avere la vita dettata da interessi opposti. In altre parole, è fondamentale che la comunità venatoria partecipi alle prossime elezioni in numero quantomeno significativo. Come si suol dire, se non si vota, non ci si può lamentare dopo.
Come già fatto in occasione delle ultime consultazioni elettorali nazionali ed europee, le Associazioni Venatorie riconosciute (Federazione Italiana della Caccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Italcaccia) e il Cncn (Comitato Nazionale Caccia e Natura), riuniti nella Cabina di regia, hanno aumentato il loro impegno nei confronti delle forze politiche in vista delle ormai imminenti consultazioni europee.
Già nelle scorse settimane, in stretta collaborazione con la Federazione europea per la caccia e la conservazione (Face), la cabina di regia ha promosso un manifesto elettorale europeo per le elezioni del Parlamento europeo (https://www.face.eu/election-manifesto/)
Nei prossimi giorni sarà invece consegnato ai candidati e alle Segreterie politiche un articolato manifesto nazionale nel quale, oltre a elencare i principali aspetti positivi legati allo svolgimento di una attività sostenibile per biodiversità, ambiente, paesaggio ed economia, quale è la caccia in Italia, saranno chiesti impegni precisi e concreti da condividere e portare in discussione in sede europea per supportare l’attività venatoria come strumento di conservazione e sviluppo.
Nel frattempo, la cabina di Regia venatoria, per ricordare a tutti i principali ed effettivi ruoli della caccia, ha provveduto a diffondere un breve manifesto per le elezioni europee 2024, enunciando sei principi fondamentali e concreti:
L’attività venatoria è uno strumento importante di gestione ambientale affidata per legge ad agricoltori, ambientalisti, enti locali e cacciatori. Il cacciatore rappresenta, con la sua attività uno dei principali artefici della governance del territorio e della tutela della biodiversità.
Il mondo venatorio – così come sancito anche dall’Unione Europea – ha un ruolo attivo nella creazione, nella conservazione e nel ripristino di un ambiente naturale vivo ed equilibrato, nella valorizzazione di aree abbandonate e periferiche, nella eradicazione delle specie alloctone. Il mondo venatorio è elemento fondamentale per la creazione di una filiera alimentare tracciata delle carni di selvaggina, valorizzando una risorsa naturale di qualità rinnovabile del nostro territorio, attraverso la quale creare economia e posti di lavoro.
Il valore economico-occupazionale del comparto sportivo-venatorio e dei settori ad esso collegati con i suoi oltre 80.000 addetti, ha un effetto economico di circa 7,5 miliardi di euro, un valore che rappresenta lo 0,42% del Pil nazionale.
Il mondo venatorio, anche attraverso l’integrazione delle funzioni e una migliore organizzazione Atc, dei Ca, delle Afv e Aatv, può sviluppare sinergie significative col mondo agricolo in tema di gestione e di sviluppo del territorio, contribuendo così alla crescita dell’impresa agricola in un contesto multifunzionale e di implementazione della Strategia europea e nazionale per la Biodiversità.
Le prossime sfide che attendono il mondo venatorio a livello europeo:
Dossier Grandi Carnivori
Dossier Piombo (divieto zone terrestri)
Pac post 2027 (Politica agricola comune)
Key Concept in materia di specie migratorie
La nostra richiesta è che questi principi e la realtà che oggettivamente rappresenta la caccia oggi, trovino riconoscimento nei programmi politici per il futuro impegno legislativo a Bruxelles”.
Il primo tra i candidati italiani alle Europee ad aver sottoscritto il manifesto è Anna Maria Cisint, della Lega (circoscrizione Nord-Est), che ha commentato: “È stato per me un onore e un piacere farmi carico di questo impegno, trovo doveroso portare avanti le istanze di una categoria di persone che vuole continuare a praticare la propria passione, chiedendo riconoscimento e rispetto, in virtù del contributo sociale positivo che i cacciatori apportano alla collettività. La gestione del territorio e del patrimonio faunistico, il mantenimento e il miglioramento degli habitat idonei alla fauna selvatica, il controllo del territorio e il calmieramento di specie problematiche come il cinghiale e quelle aliene invasive, sono solo alcuni degli aspetti positivi che i cacciatori svolgono a vantaggio della biodiversità e delle comunità. Lo sanno bene gli agricoltori, che troppo spesso si vedono devastare i propri raccolti, così come i cittadini coinvolti negli incidenti stradali con ungulati selvatici. Controllare le popolazioni di alcune specie, evitando che queste crescano a dismisura, è utile anche per prevenire la diffusione di malattie zoonotiche, come quelle trasmesse dalle zecche e la peste suina africana, per la quale si pensa di utilizzare addirittura l’esercito. Per queste ragioni collaboro già attivamente con l’On. Francesco Bruzzone, Responsabile del Dipartimento della Lega per la gestione della fauna selvatica e dell’attività venatoria, allo scopo di poter essere incisivi in un’Europa sempre più distante dai territori e dal settore primario, di cui la caccia fa parte, assieme a pesca, allevamento e agricoltura”.