Emergenza cinghiali nelle Marche: intervengano i prefetti
Nelle Marche l’emergenza cinghiali ha assunto proporzioni simili a quelli di un’alluvione o di qualsiasi altra calamità naturale e, in quanto materia da protezione civile oltre che problema di ordine pubblico, va trattata dalle Prefetture. È la richiesta di Coldiretti Marche, i cui iscritti e hanno puntato il dito contro una politica sinora incapace di risolvere un problema che costa oltre quattro milioni di euro l’anno. «Una situazione gravissima che mette a risch…
Nelle Marche l’emergenza cinghiali ha assunto proporzioni simili a quelli di
un’alluvione o di qualsiasi altra calamità naturale e, in quanto materia da
protezione civile oltre che problema di ordine pubblico, va trattata dalle
Prefetture. È la richiesta di Coldiretti Marche, i cui iscritti e hanno puntato
il dito contro una politica sinora incapace di risolvere un problema che costa
oltre quattro milioni di euro l’anno. «Una situazione gravissima che mette a
rischio tanto le imprese quanto i cittadini che transitano sulle strade
marchigiane», ha sottolineato il presidente della Coldiretti regionale,
Giannalberto Luzi: «Siamo disponibili a cercare una soluzione assieme alla
pubblica amministrazione, ma a patto che non ci siano ulteriori rinvii, poiché
la situazione nelle campagne è ormai divenuta esplosiva». Sono tanti i casi,
tra il drammatico e il paradossale, raccontati dagli agricoltori: un allevatore
del Montefeltro si è ritrovato le mucche in strada dopo che i cinghiali avevano
sfondato il recinto; un altro della provincia di Ancona ha visto per quattro
volte consecutive il raccolto completamente distrutto. Nel Maceratese un
imprenditore veglia i vitelli appena nati col fucile in mano, per evitare che i
lupi se li mangino. Ma c’è anche chi ha denunciato un commercio di carne di
cinghiale in nero e priva di controlli sanitari, che finisce sulle tavole di
case e ristorazione. Secondo il capo area Ambiente della Coldiretti nazionale,
Stefano Masini, l’emergenza selvatici è divenuta un problema di ordine
pubblico. «Oltre alla sicurezza sulle strade e all’attività delle imprese
agricole», ha spiegato, pregiudica anche l’assetto del territorio, peraltro in
una regione, come le Marche, già a grave rischio dissesto». «Siamo pronti a
collaborare assieme alle organizzazioni per trovare soluzioni efficaci al
problema, anche in considerazione dell’aumento costante dei danni causati alle
imprese agricole», ha replicato l’assessore regionale all’Agricoltura e alla
Caccia, Paolo Petrini. «Possiamo pensare anche a un’apertura della caccia al
cinghiale per tutto l’anno».