FederFauna ha deciso di dare l’ennesimo segnale di concretezza nella difesa dei diritti di quanti si riconoscono nella cultura rurale e di quanti esercitino attività a essa legate, sporgendo denuncia querela contro la ministra del Turismo, Maria Vittoria Brambilla, per falso e diffamazione. La confederazione, in occasione della prossima riunione del Coordinamento per la Difesa e la promozione della Cultura rurale che si terrà a Bologna lunedì 24, proporrà anche a tutti gli altri membri di sottoscrivere la denuncia e di richiedere tutti insieme un congruo risarcimento.
“Se è vero che qualsiasi disputa si può risolvere con il dialogo, è altrettanto vero che per dialogare bisogna essere almeno in due: due che mettano entrambi in gioco le proprie idee ragionando con buona volontà e pazienza, nella consapevolezza di non avere già la verità in tasca”, si legge nel comunicato di FederFauna. “Se a voler dialogare è solo una delle due parti e l’altra pretenderebbe invece di imporre il proprio volere o che l’interlocutore accettasse aprioristicamente come verità rivelate le sue tesi, non ci può essere dialogo e la parte che vorrebbe dialogare può solo scegliere se soccombere o reagire. In questi ultimi anni la tensione tra animalisti e cittadini che amano magari gli animali ma assieme a questi vogliono veder tutelati i propri sacrosanti diritti di svolgere il lavoro che gli pare, mangiare ciò che gli pare, vestirsi come gli pare e impiegare come gli pare il proprio tempo libero, è ormai giunta a un livello critico e i recenti episodi di cronaca ne sono la tristissima testimonianza”.
Per questo la decisione che FederFauna vuole condividere con altri interlocutori. “Se fino a pochissimo tempo fa chi sosteneva che fosse finito il tempo del dialogo con gli animalisti veniva considerato da qualcuno ancora “troppo aggressivo”, oggi, viste le reazioni alle ultime dichiarazioni del Ministro Brambilla, le cose sembrano cambiate. Molti i politici a prendere le distanze da tali dichiarazioni, l’assessore veneto Elena Donazzan ne ha richiesto le dimissioni, Face Italia ha indirizzato una nota di protesta a Berlusconi e si è riservata la possibilità di ogni azione utile ad assicurare la tutela dell’immagine dei cacciatori italiani e il corretto esercizio della attività venatoria”.