Paese che vai, cervi che trovi. Infatti nell’isola di Maui, nell’arcipelago delle Hawaii, la Division of Foresty & Wildlife sta ampliando l’opportunità di cacciare, vista l’esplosione della popolazione, i cervi Axis che furono introdotti nell’isola nel 1959. Ci sono infatti così tanti cervi che la vegetazione naturale sta per essere letteralmente erosa del tutto. Ciò è causato da una mancanza assoluta di predatori, la specie si espande esponenzialmente. Per questo il Department of Land e Natural Resource, in collaborazione con il Department of Hawaiian Home Lands, ha deciso di aprire la caccia a tale animale che, prima di questa fase, era assolutamente proibita. Questa decisione fa parte del programma, o meglio strategia, per controllare la popolazione di questi cervi non nativi dell’isola. Spostiamoci adesso nei pressi del parco di Yellowstone, che piace tanto agli animalisti nostrani quando debbono fare esempi. Il National park service ha messo in guardia tutti i turisti che nel periodo del bramito i cervi Wapiti, che possono arrivare anche a oltre 400 kg di peso, sono molto aggressivi, per cui non devono essere assolutamente avvicinati, fuggire subito se uno si avvicina (ma non dicono i nostri esperti che non si fugge mai?), rifugiarsi nelle macchine se possibile ed evitare sempre di coglierne di sorpresa qualcuno. Nel caso, ripararsi dietro una barriera robusta ed alta e, ancora, ribadiscono di scappare se non ci fossero ripari.
I ranger del Parco hanno diffuso un video di un turista caricato da un grosso maschio, proprio per mettere in guardia i visitatori. Un Wapiti può uccidere tranquillamente un essere umano, visto il palco che porta: ma anche una femmina di cervo nostrana, che può arrivare sui 120 kg, se reagisse male a un avvicinamento troppo confidenziale a un suo piccolo, con un calcio può benissimo spezzare una gamba a un uomo o uccidere un bambino. Per cui, quando vediamo tranquillamente i cittadini e i turisti dei paesi abruzzesi, beati dal passeggio di cervi nelle vie, sia maschi sia femmine, parallelamente è necessario mettere in guardia dalle aggressioni dei maschi in epoca di bramito. Che possono uccidere, arrivando anche loro ai 200 kg e oltre. Analoghi pericoli con femmine protettive nei confronti dei piccoli che accompagnano.
Al di là della digressione, il discorso di fondo è che ovunque, nel mondo, quando cervi o altre specie crescono eccessivamente di numero vengono sottoposti a riduzione numerica tramite intervento venatorio. Senza spostamenti, adozioni e altre amenità tipo sterilizzazioni eccetera. Visto che gli animalisti nostrani, associazioni in testa, vorrebbero far passare il concetto che gli unici toccati da questi “crudeli” interventi siano i cervi italiani (o nello specifico abruzzesi), è bene sapere come funziona nel resto del mondo…