Arriva come una doccia fredda, il giorno dopo l’attacco coordinato dei talebani nel cuore della capitale afghana, il rapporto completato dal Government accountability office, il comitato parlamentare del Congresso statunitense che tiene sotto controllo l’attività dell’esecutivo. Secondo il rapporto, nei quattro anni fino al giugno del 2008, il Pentagono avrebbe perso le tracce di circa 220 mila armi leggere fornite all’esercito nazionale afghano. Il rapporto, che giov…
Arriva come una doccia fredda, il giorno dopo l’attacco coordinato dei talebani
nel cuore della capitale afghana, il rapporto completato dal Government
accountability office, il comitato parlamentare del Congresso statunitense che
tiene sotto controllo l’attività dell’esecutivo. Secondo il rapporto, nei
quattro anni fino al giugno del 2008, il Pentagono avrebbe perso le tracce di
circa 220 mila armi leggere fornite all’esercito nazionale afghano. Il
rapporto, che giovedì è all’esame della camera dei rappresentanti, afferma che
una gran quantità di armi fornite all’esercito afghano “rischia di essere persa
o rubata”. Un modo soft per dire che rischia di finire nelle mani di quella
stessa guerriglia che i marines e gli altri contingenti internazionali stanno
faticosamente combattendo.
Secondo il New York times e l’Associated press, che sono riusciti a ottenere in
anticipo copie del rapporto, i militari statunitensi non sono riusciti a
seguire le tracce di circa 87 mila pezzi, tra fucili, mitra, pistole e fusti di
mortaio, mandati in Afghanistan tra il dicembre del 2004 e il giugno del 2008.
Inoltre, si sono perse le tracce di altri 135 mila pezzi di armamento leggero
forniti all’Afghanistan da altri 21 Paesi attraverso l’apparato militare
statunitense. C’è di più: di 46 mila armi i militari statunitensi non hanno
annotato il numero di matricola, rendendo così di fatto impossibile, anche in
caso di sequestro, verificare se, quando e come, le armi sono state rubate.
Infine, i registri con ulteriori 41 mila numeri di matricola sono introvabili.
Non è la prima volta che i militari statunitensi danno prova di una così
farraginosa organizzazione logistica. Già in Iraq infatti mancavano all’appello
190 mila armi fornite alle forze armate irachene dopo la caduta del regime di
Saddam Hussein. Il Pentagono ha promesso di impegnare più personale per cercare
di rintracciare le armi perdute ed evitare il ripetersi di simili disservizi in
futuro, ma probabilmente il danno è già stato fatto. A Kabul, intanto, i
servizi di intelligence e di indagine stanno cercando di capire come sia stato
possibile, nonostante le eccezionali misure di sicurezza, che i talebani
abbiano potuto organizzare e condurre un attacco come quello che ieri ha
causato 28 morti.