Alimentazione e spese veterinarie per gli animali da compagnia hanno Iva al 22%. Il prossimo 4 ottobre alcune associazioni chiedono la rimodulazione al 10%
Il 4 ottobre si celebra la Giornata mondiale degli animali, festeggiata nel giorno dedicato a Francesco d’Assisi, santo patrono degli animali. Nata con l’obiettivo di salvaguardare e sensibilizzare sui diritti e il benessere degli animali, questa giornata è l’occasione per richiamare l’attenzione sulla necessità di ridurre l’Iva degli alimenti per cani e gatti e delle prestazioni veterinarie. Le più importanti Associazioni del settore hanno chiesto al governo e al parlamento che, al primo provvedimento utile, gli alimenti per cani e gatti e le prestazioni veterinarie vengano permanentemente collocati in fascia Iva agevolata al 10%, la stessa dei medicinali veterinari. Una lettera aperta (allegata alla fine di questa notizia) è stata inviata a governo e parlamento, firmata da Assalco (Associazione nazionale tra le imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia) insieme alle maggiori Associazioni del settore che riuniscono medici veterinari e imprese dell’alimentazione animale e dei farmaci veterinari (Anmvi, Fnovi, Simevep, Enpav, Aisa, Ascofarve e Assalzoo).
Il 40% delle famiglie italiane vive con un cane e/o un gatto. Garantire una corretta profilassi e assistenza sanitaria per l’intera vita dell’animale da affezione con il supporto di un medico veterinario è un dovere imprescindibile. Buona salute e lunga vita dei pet, infatti, dipendono in buona misura dall’alimentazione e dalle cure mediche.
Gli alimenti per gli animali d’affezione e le prestazioni veterinarie sono gravati da un’aliquota Iva al 22%, al pari di un bene di lusso. In Germania, in considerazione della quotidianità d’utilizzo e del ruolo degli animali d’affezione in società, l’aliquota Iva sugli alimenti per cani e gatti è al 7%. Le famiglie italiane quindi sopportano un’Iva pari a più di tre volte quella delle famiglie tedesche. Un carico fiscale importante che ricade direttamente sulle famiglie italiane, incompatibile con l’impoverimento post-emergenza.
È ormai appurato che la compagnia dei cani e dei gatti generi numerosi benefici fisici e psicologici per la famiglia di cui fanno parte. È dovere della famiglia rispettare le caratteristiche etologiche e fisiologiche del pet e assumersene la responsabilità, occupandosi del benessere, della salute, delle interazioni sociali con gli altri animali, le altre persone e con l’ambiente.