Si chiama HR 1808, è il progetto di legge che è stato approvato la scorsa settimana dalla Commissione giustizia della camera dei rappresentanti statunitense e che sarà votato questa settimana dal plenum dell’assemblea. Il suo scopo è quello di vietare l’importazione, la vendita, la produzione o la cessione delle cosiddette “armi d’assalto”, intendendo con tale termine una serie di armi semiautomatiche (carabine a canna rigata, pistole semiautomatiche, fucili a canna liscia) dotate di determinate caratteristiche, come calci collassabili, canne filettate, impugnature a pistola separate e, soprattutto, caricatori della capacità di 10 cartucce. Il provvedimento non si applicherà alle armi antiche o a quelle già possedute prima dell’entrata in vigore, sono inoltre previste esenzioni per oltre 2.000 modelli di armi utilizzate per la caccia o l’attività sportiva.
In sostanza, si cerca di riportare in vita il federal assault weapon ban del 1994, voluto dall’amministrazione Clinton e scaduto dopo 10 anni di vigenza. “Da Buffalo a Uvalde fino a questa settimana a Indianapolis, armi d’assalto ad alta potenza vengono utilizzate a un ritmo spaventoso per commettere omicidi di massa nelle comunità di tutto il paese”, ha affermato il presidente della commissione giustizia Jerrold Nadler. “Come abbiamo dolorosamente appreso negli ultimi anni, le armi d’assalto, specialmente se combinate con caricatori ad alta capacità, sono l’arma preferita per le sparatorie di massa perché sono progettate per uccidere con spietata efficienza. Questa legislazione rimuoverà queste pericolose armi da guerra dalle nostre comunità ed è un altro passo verso la protezione dei nostri bambini e delle nostre famiglie dalla violenza armata”.
David Cicilline, deputato democratico che è il relatore del provvedimento, ha aggiunto: “Siamo nel mezzo di un’epidemia di violenza armata, un’epidemia di carneficina e perdite indicibili che ha lasciato troppe famiglie distrutte. E sappiamo che qualcosa ridurrà questo spargimento di sangue, perché abbiamo visto il bando delle armi d’assalto funzionare dal 1994 al 2004”.
Per la verità, un recente studio ha confermato che le carabine semiautomatiche ad alta capacità di fuoco sono state utilizzate in un numero relativamente ridotto di mass shooting: secondo The violence project, che ha analizzato i mass shooting verificatisi negli Stati Uniti dal 1966, l’80 per cento degli eventi ha visto l’impiego di almeno una pistola, mentre le carabine “d’assalto” sono state utilizzate solo nel 28 per cento dei casi. Secondo Voice of America, invece, ben due terzi degli autori delle stragi più efferate avevano un pregresso di problemi mentali.
Allo stesso modo, gli studi successivi alla scadenza dell’assault gun ban di Clinton, dopo il 2004, evidenziarono come il provvedimento non fosse riuscito a contenere in alcun modo la violenza commessa con armi da fuoco.
Sia come sia, la Nssf (l’associazione di categoria dell’industria armiera statunitense) ha diffuso un comunicato a tutti gli appassionati, con il quale sottolinea il rischio critico e la necessità di contattare il proprio deputato alla camera dei rappresentanti, per ribadire la necessità di votare “no” al provvedimento. Non è chiaro se la compagine democratica abbia i numeri per far passare il disegno di legge, al quale peraltro è collegato un altro disegno, l’HR 2814, che si propone di rafforzare gli strumenti per citare in una causa civile i produttori e i rivenditori di armi. Il provvedimento è denominato “Equal access to justice for victims of gun violence act”.