Il progetto Life “Let’s go Giglio”, finanziato dall’Unione europea, comprende diverse azioni tra cui l’eradicazione e il contrasto alle specie aliene, così come la cura di diversi ettari di pineta. Ricordiamo innanzitutto che le specie aliene possono essere di qualunque tipo: pesci, rettili, roditori, uccelli o ungulati. Tutti sappiamo quanto danno fanno determinate specie, proprio perché estranee alla fauna e all’ambiente in quell’ecosistema e, magari, minacciose per le specie autoctone. Esempi recenti, i pappagalli che ormai hanno invaso Roma o le tartarughe d’acqua che molti rigettano nei fiumi perché stanchi di tenerle. Pesci tropicali, scoiattoli e anche piante che diventano invasive e parassite di altre. Infatti le più importanti organizzazioni mondiali, che si occupano di biodiversità, cercano di spingere più possibile per l’eliminazione delle specie aliene specialmente nelle isole, che diventerebbero completamente monopolizzate da questi invasori. L’Unione europea ha approvato un regolamento specifico, il 1453 del 2014, arrivando a vedere la gestione fino al 2030 e disponendo che uno degli obiettivi è ridurre almeno del 50 per cento le specie aliene. Infatti ha stanziato anche 121 milioni di euro per i progetti Life, tra cui rientra anche il Let’s Go Giglio, in cui si prevede l’eradicazione del muflone e il controllo di altre specie come il fico degli Ottentotti, conigli e tartarughe di una particolare specie. Ma il problema rimane proprio il muflone che, se catturato, non potrebbe (cosa ribadita anche dall’Ispra) essere reimmesso in nessuna altra zona, se non recintata e al di fuori dell’isola. Per cui, per procedere a una eradicazione, cosa sempre molto difficoltosa da ottenere, l’unico sistema percorribile è l’abbattimento. Chiunque, però, saprà fornire garanzie di trattamento e gestione degli esemplari potrà prelevarli, naturalmente a proprie spese.