In attesa dell’incontro previsto fra gli assessori competenti per la caccia delle regioni Marche, Toscana, Umbria, Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia e i ministri Gianluca Galletti e Maurizio Martina in merito alle deliberazioni assunte dalla presidenza del Consiglio dei ministri lo scorso 20 gennaio su proposta del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di modifica di alcuni calendari venatori regionali con introduzione della chiusura anticipata al 20 gennaio della caccia alla beccaccia, al tordo bottaccio e alla cesena, Federazione italiana della caccia, che ha espresso sin da subito il proprio appoggio alle regioni interessate, non si è limitata alle parole, ma ha provveduto a dare loro un concreto supporto giuridico.
Non solo sgomento, ma anche ferma determinazione di vedere rispettate le regole del rigore scientifico e giuridico che sempre debbono soprintendere all’esercizio dei poteri pubblici: è in questo spirito che su iniziativa della Fidc – alla quale si sono unite in un secondo tempo Anlc, Enalcaccia, AnuuMigratoristi e Arcicaccia – è stato così acquisito un corposo ed estremamente circostanziato parere legale dello Studio Morbidelli-Bruni di Firenze, che pone in evidenza le molteplici illegittimità che inficiano la straordinaria misura inopinatamente adottata dalla presidenza del Consiglio dei ministri, in via d’urgenza, a modifica di imperio di alcuni dei calendari venatori regionali, provvedendo a metterlo a disposizione delle Regioni interessate già dalla scorsa settimana.
Federazione italiana della caccia e con lei le altre associazioni venatorie aderenti auspicano che il documento, le cui argomentazioni appaiono oggettivamente condivisibili, sia di sostegno alle iniziative che le Regioni intenderanno adottare.
È solo con il supporto di scienza e conoscenza, in questo caso giuridica, e non con proclami che parlano alla pancia dei cacciatori ma poco interessano i legislatori, che il mondo venatorio serio e credibile può pensare di vedere riconosciute e applicate le norme che in tutta Europa regolano l’esercizio venatorio nei Paesi dell’Unione, all’insegna della certezza e della inviolabilità del diritto.
Al di là del contenzioso contingente, al riconoscimento della validità di calendari venatori ormai passati, si vuole sottolineare che la posizione di Federcaccia è la ferma difesa di una questione di principio che dovrebbe essere rispettata anche nella stesura dei prossimi calendari venatori. Un principio che vede coinvolta l’autonomia propria delle Regioni in tutti i campi costituzionalmente previsti; il rispetto da parte dello Stato delle normative nazionali e internazionali vigenti, delle regole e delle linee di azione in campo faunistico ambientale stabilite da quell’Unione Europea cui il nostro Paese ha scelto liberamente di aderire.
Anche la Confederazione cacciatori toscani (Cct), cui aderiscono Federcaccia, Arcicaccia e Anuu, fa proprio il parere legale messo a disposizione da Federcaccia nazionale e sottoscritto da tutte le associazioni venatorie. "È comunque ferma intenzione della Cct utilizzare quel parere come base per ogni azione utile a censurare, davanti al Tar e in tutte sedi opportune, un comportamento in cui incompetenza e prepotenza si sono alternate, dando vita ad una pagina vergognosa per il disprezzo manifestato delle regole, delle procedure, del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni e, in ultima analisi, per le stesse leggi dello stato. Non vi era nessuna procedura da parte della UE nei confronti dello Stato Italiano (come falsamente asserito dal governo) ma solo una semplice richiesta al governo Italiano di dati e chiarimenti. Richiesta girata dal ministero “competente” alle regioni che, peraltro, hanno tempestivamente evaso la pratica fornendo dati aggiornati e informazioni di dettaglio sui problemi posti. Non risulta, fra l’altro, che il governo abbia girato alla UE le risposte delle Regioni, ulteriore atto di incomprensibile arroganza. Le regioni, nei cui confronti il governo, con una misura di gravità inaudita, ha esercitato il potere sostituivo, hanno legittimamente operato nel formulare i calendari venatori, attenendosi a quanto indicato da una legge dello Stato, la 157/92, rispettandone puntualmente le indicazioni sui periodi di caccia consentiti e restando all’interno delle prerogative e dei ruoli assegnati. In assenza di modifiche di quella legge da parte del Parlamento ciò che appare in tutta la sua drammaticità è il mancato rispetto della legge stessa da parte del Governo".