E anche in altre 16 regioni (ecco il quadro completo), ultima arrivata la Sicilia, mentre si attendono precisazioni della Consulta in Umbria
In Toscana sono state stabilite due giornate di preapertura, sabato 1 e domenica 2 settembre. La delibera del 28 agosto che definisce orari, specie cacciabili e condizioni della preapertura è stata approvata dalla Giunta Regionale, nella sua ultima seduta, su proposta dell'assessore regionale all'Agricoltura e alla Caccia, Marco Remaschi.
Rispetto allo scorso anno, quando erano state poste limitazioni di orari, giorni, specie e modalità in considerazione dello stato di grave siccità che aveva colpito il territorio regionale, sono state ripristinate le modalità tradizionali. In entrambe le giornate è stato, inoltre, rimosso il limite che riservava la caccia nelle aree boscate ai soli appostamenti fissi. Per lo storno la delibera prevede la possibilità di cacciare solo nel raggio di 100 metri da superfici interessate a vigneto, oliveto e novità molto importante, anche da frutteti, aventi frutto pendente, e in terreni in cui sono in atto sistemi dissuasivi incruenti a protezione delle colture.
Sabato 1 settembre potranno essere cacciate da appostamento le specie: storno, tortora (Streptopelia turtur), colombaccio, merlo, gazza, ghiandaia e cornacchia grigia su tutto il territorio a caccia programmata e nelle Aziende Faunistico Venatorie della Regione Toscana. Nello stesso giorno, sarà consentita la caccia esclusivamente da appostamento fisso, nei laghi artificiali e nelle superfici allagate artificialmente, alle specie: alzavola, germano reale e marzaiola in tutto il territorio regionale cacciabile.
Domenica 2 settembre è concessa la caccia da appostamento alle specie: storno, gazza, ghiandaia e cornacchia grigia, su tutto il territorio a caccia programmata e nelle Aziende faunistico venatorie della regione.
L'importo minimo della quota di iscrizione agli Atc toscani è di 50 euro, quello massimo di 150. Stabilite anche le quote per la mobilità venatoria dei cacciatori toscani e di quelli provenienti da altre regioni, mantenute a 35 euro.
«La nostra Regione si colloca nel solco di quante hanno ritenuto corretto mantenere l’ apertura anticipata della caccia senza farsi intimidire dalle continue richieste di sospensiva prodotte dal mondo animalista ed ambientalista», ha commentato Marco Romagnoli, segretario della Confederazione cacciatori toscani. «La caccia per le specie oggetto della delibera, svolta nel rispetto delle direttive e della scienza può essere pienamente e legittimamente praticata dai cacciatori senza provocare alcun danno alla conservazione delle specie interessate. La pre-apertura, svolta in un periodo così delicato per le produzioni agricole di eccellenza, favorisce il contenimento di specie opportuniste che producono danni all’agricoltura. Dobbiamo tuttavia rimarcare alcuni limiti del provvedimento che, a nostro parere, potevano essere superati già da quest’anno e che speriamo potranno essere riconsiderati in futuro: nello specifico ci riferiamo alla mancata possibilità di abbattere nelle due giornate di preapertura la forma inselvatichita di piccione domestico e la tortora dal collare (Streptopelia decaocto). Dispiace anche non aver visto inserita la possibilità di utilizzazione del cane da riporto per un fatto puramente etico e tecnicamente ineccepibile; così, con la mancanza di un capace ausiliare per il recupero, si verificheranno inutili perdite di capi feriti o abbattuti».
Le più importanti novità da evidenziare, secondo Federcaccia, sono l’orario previsto dalle 6 alle 19, la possibilità di cacciare le specie acquatiche (alzavola, germano reale e marzaiola), la possibilità di esercitare la caccia sempre da appostamento anche all’interno delle aree boscate.
Preapertura anche in Sicilia, dove il Tar di Palermo con decreto n° 757 pubblicato il 28 agosto ha respinto la richiesta sospensiva di Legambiente Sicilia e Wwf volta a fermare la caccia prevista dal primo settembre a tortora, colombaccio, merlo, gazza ghiandaia e coniglio selvatico. Il Tar ha ritenuto che “pur a fronte delle articolate censure dedotte in ricorso, il provvedimento impugnato appare sorretto da congrue e chiare motivazioni, tali da spiegare le ragioni per cui la Regione abbia ritenuto (con propria valutazione di merito) di disattendere in parte i rilievi formulati dall’Ispra”. Il Tar ha però previsto che “attesa la peculiare natura del provvedimento impugnato e quindi l’ampia latitudine dei poteri del competente Assessorato regionale, la chiesta misura cautelare meriti di essere, comunque, adeguatamente delibata in sede collegiale”, fissata per il 14 settembre.
In Umbria, dopo la decisione del Tar, e nonostante le rassicurazioni da parte della Regione, l'Assessorato regionale ha convocato la Consulta venatoria per giovedì 30 agosto. I cacciatori attendono la conferma ufficiale della validità del calendario venatorio per non incappare in alcuna infrazione. Il Wwf minaccia di denunciare chiunque andrà a caccia il 2 settembre.
Sono così 16 le regioni in cui si potrà sparare dall’inizio di settembre: Toscana (1° settembre, 10 capi prelevabili) e Sicilia (dal primo settembre max 2 giornate a scelta) appunto, poi Basilicata (2 e 5 settembre, massimo 5 capi), Calabria (1 e 2 settembre), Campania (1, 5 settembre), Emilia-Romagna (1, 6, 9 e 13 settembre fino alle ore 13), Friuli-Venezia Giulia (dal 1° settembre in poi), Marche (1, 2, 5, 8 e 9 da appostamento 10 capi giornalieri), Molise (1, 2 e 9 settembre), Lazio (1 e 2 settembre), Lombardia (solo Utr Brescia, 2 e 6 settembre fino alle ore 13), Piemonte (1 e 5 settembre), Puglia (1, 9 settembre), Sardegna (2 e 6 settembre 5 capi giornalieri e 10 stagionali), Umbria (2 intera giornata e 9 settembre fino alle 13), Veneto (1 e 2 settembre).
Con varie limitazioni e prescrizioni le specie interessate sono quaglia, colombaccio, merlo, acquatici, corvidi, volpe e coniglio selvatico.