Il Parlamento della Repubblica ceca vota la sospensione del recepimento della direttiva "disarmista" in attesa di conoscere l'esito del ricorso. Perché non pensare a una iniziativa del genere anche per l'Italia?
Firearms united ha diffuso una nota nella quale rende noto che il parlamento della Repubblica ceca ha approvato una mozione che blocca il recepimento nazionale della direttiva “disarmista” (2017/853/Ue) votata il 14 marzo 2017, finché la Corte europea di giustizia non avrà deciso sul ricorso presentato dal governo di Praga e al quale si è aggiunta anche la Polonia.
Il ricorso, presentato alcuni mesi fa, ha messo ufficialmente il dito nelle diverse “piaghe” evidenziate dalla genesi della direttiva che, nata all’indomani degli attentati di Parigi e Bruxelles, si proponeva lo scopo di contrastare il terrorismo, per finire invece con l’introdurre alcune norme decisamente restrittive nei confronti dei legittimi detentori di armi e di alcune tipologie di armi civili. La Repubblica ceca ha quindi presentato ricorso contro la mancanza di congruità della direttiva relativamente agli scopi previsti e contro la violazione del principio di sussidiarietà.
Per quanto riguarda, invece, il fatto che la direttiva sia stata adottata senza alcuna valutazione preliminare sull’impatto economico, il ricorso presentato all’Ombudsman europeo da parte di un simpatizzante di Firearms united ha avuto risposta oltre un anno dopo: l’Ombudsman ha semplicemente osservato, in modo succinto quanto laconico, che la decisione di non svolgere una valutazione di impatto è da considerarsi ragionevole e che, quindi, non costituisce un caso di mala amministrazione.
Sulla questione del recepimento della direttiva sarebbe opportuno, aggiungiamo noi, che le associazioni di categoria italiane si attivassero sia nei confronti del ministero dell’Interno, sia nei confronti del Parlamento (magari quello “nuovo” che emergerà dalle elezioni del 4 marzo) perché si possa adottare un provvedimento di sospensione del recepimento analogo a quello della Repubblica ceca: infatti, nel caso in cui venisse adottata una legge di recepimento e poi la direttiva dovesse essere annullata o modificata, ci si troverebbe di fronte a un atto con numerosi profili di incostituzionalità e illegittimità.