Barbara Mazzali, consigliere regionale lombarda di Fratelli d’Italia, ha annunciato querela nei confronti del leader di Centopercento animalisti per le frasi pronunciate alla radio alcuni giorni fa
La consigliera regionale lombarda di Fratelli d’Italia Barbara Mazzali ha annunciato di recarsi dai carabinieri di Mantova per presentare querela contro Paolo Mocavero, leader di “100 per 100 animalisti”.
“Mocavero il 23 marzo 2020”, si legge nel comunicato della Mazzali, “ai microfoni della trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio 24, alla domanda del conduttore se aveva visto i necrologi dei cacciatori morti per il coronavirus ha risposto: “E chi se ne fotte. Non me ne frega niente, dov’è il problema? Per le altre persone mi dispiace un sacco, massimo rispetto. Dei cacciatori morti non me ne frega niente. Il cacciatore è un uomo di merda. Se muore, io godo. Devono morire tutti, sti pezzi di merda. Voi dite quello che volete, io dico quello che penso”. E nell’ipotesi in cui tutti i cacciatori potessero morire a causa dell’infezione da Covid 19 Mocavero ha dichiarato: “sarebbe un colpo al superenalotto una botta di culo mai vista”. Nella querela ho sottolineato che a mio parete questi fatti integrano il reato di diffamazione ed è una lesione dell’onore e dell’altrui reputazione. Simili dichiarazioni non possono trovare spazio in una società civile. Siamo persone che quotidianamente svolgono il proprio ruolo sociale come medici, avvocati, forze dell’ordine, infermieri, parlamentari, operai, consiglieri comunali e regionali; che nel rispetto delle regole della Repubblica nel tempo libero praticano un’attività legittima come può essere quella di andare in motocicletta, a sciare, a pescare… Queste persone non possono essere insultate da una persona che neanche sa cosa significhi la compassione, di fronte a donne e uomini morti, che hanno lasciato nella disperazione i propri cari. Si rappresenta infine che anche nei confronti degli amici cacciatori morti: è configurabile il reato di diffamazione, come indicato dalla Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza 17 marzo – 3 maggio 2017 n. 21209. Quale persona offesa, mi riservo di costituirmi parte civile per il risarcimento dei danni. Questa la mia querela. Mi sono anche messa a disposizione dei cacciatori che volessero inoltrare lo stesso atto, aiutandoli a compilare le carte necessarie”.