Il 26 enne Luigi Mangione potrebbe essere l’autore dell’omicidio, verificatosi a New York qualche giorno fa, dell’amministratore delegato del colosso assicurativo delle cure sanitarie UnitedHealthCare, Brian Thompson.
Mangione è stato segnalato alle forze dell’ordine da un dipendente di un McDonalds di Altoona, in Pennsylvania, all’arrivo della polizia è risultato in possesso di una “ghost gun”, ovvero una pistola priva dalla nascita di contrassegni identificativi. C’è confusione in queste ore circa la vera natura dell’arma, molte fonti giornalistiche parlano di un’arma realizzata con stampante 3D, mentre dalle foto diffuse sembra trattarsi di una di quelle armi clandestine che vengono assemblate utilizzando componenti semi-finiti (formalmente non sottoposti alla normativa sulle parti fondamentali d’arma) che possono essere completati in casa con operazioni di non rilevante difficoltà. L’arma sembra essere una pistola cosiddetta Glock-compatibile, in 9×19, al momento del sequestro nel caricatore erano presenti 6 cartucce con palla blindata e una ulteriore cartuccia, con palla hollow point, era conservata a parte. L’arma ha canna filettata e insieme a essa è stato trovato un moderatore di suono, anch’esso viene dichiarato come realizzato con stampante 3D.
Mangione dovrà rispondere di alcuni reati connessi al possesso di armi da fuoco illegali in Pennsylvania, ma nello Stato di New York sono state formalizzate le accuse per omicidio, del quale sarà chiamato a rispondere previa estradizione.
Le circostanze dell’arresto di Mangione riportano alla ribalta negli Usa il problema delle Ghost guns, ritenute “il problema di sicurezza con le armi a più rapida crescita negli Stati Uniti” secondo l’associazione Everytown for gun safety. Nella sola città di New York, a oggi l’incremento dei sequestri di ghost guns è stato del 154 per cento rispetto ai numeri del 2023, mentre a livello federale tra il 2016 e il 2022 l’incremento delle ghost guns sequestrate dalle forze dell’ordine è stato pari al 1.300 per cento.
Nel frattempo, emergono anche dettagli sulle motivazioni che avrebbero portato Mangione a uccidere Thompson: le scritte incise sui bossoli dei tre proiettili utilizzati per porre fine alla sua vita (deny, defend, depose) fanno riferimento a quella che sarebbe la “tecnica” in tre fasi utilizzata dalle società assicuratrici sanitarie per rifiutare il pagamento dei risarcimenti per le cure sanitarie dei loro assistiti. Una pratica nella quale UnitedHealthCare sarebbe, secondo alcune fonti, piuttosto esperta. Mangione avrebbe maturato un elevato risentimento nei confronti della società per come è stata gestita la malattia di un suo parente, e avrebbe deciso di farsi giustizia da sé. Al di là di quella che sarà la vicenda giudiziaria che lo vedrà protagonista, il gesto sembra aver scatenato la rabbia latente di molti americani che contestano il sistema delle società assicuratrici, per i quali lo sparatore è già celebrato come un beniamino e gli è già stato affibbiato il titolo di “the adjuster”, nel senso che il suo gesto avrebbe “riequilibrato” la bilancia dell’ingiustizia del sistema. Intanto, le tre parole “deny, depose, defend” stanno facendo la loro comparsa, in modo sempre più “virale”, come si dice oggi, su magliette, tazze per il caffè e altri oggetti di uso quotidiano…