Il Presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato l’ordinanza n.1, protocollata al numero A001/2024, per l’abbattimento dell’orso, od orsa, responsabile dell’aggressione al turista francese di pochi giorni fa. Ricordiamo che il malcapitato ha riportato ferite a tutti gli arti ed è stato evacuato, dopo una prima stabilizzazione, con l’elisoccorso. Parallelamente Fugatti ha incaricato il Corpo forestale “di operare il monitoraggio intensivo dell’area ove si è verificata l’aggressione, al fine di assicurare la massima tutela dell’incolumità e della sicurezza pubblica”. Come se non bastasse anche poche ore fa un biker, che transitava su un sentiero nella zona di Vallelaghi, è stato inseguito da un orso, portandosi in salvo sfruttando appunto il suo mezzo più veloce dell’orso stesso. Che alla fine ha desistito. Il sindaco della località, Lorenzo Miori, ha poi detto che l’incontro “è l’ennesimo di una lunga serie…”. Questo fa venire anche il dubbio che ci siano molti altri incontri che poi non arrivano a essere riportati nelle cronache. Naturalmente il lamento animalista delle varie sigle ha ritirato fuori le soluzioni più assurde, anti-tecniche e inutili. Ormai, ogni cittadino o turista sa che in Trentino ci sono gli orsi. L’informazione è arrivata attraverso i social, gli articoli sul web, dalla provincia, dai vari esperti eccetera. Per cui continuare con il lamento su “mamma orsa che difende i suoi figli” non porta a nulla di razionale nelle decisioni. Il territorio Trentino ha la saturazione di questi animali. E come tantissime altre specie, non può non essere gestita. Scientificamente, naturalmente.
Continuare nel dire che “bisogna sapersi comportare”, “le foreste sono degli animali”, servono i “cassonetti antiorso”, quando poi gli incontri e le aggressioni avvengono tutte nei boschi, è storia trita e ritrita. Ascoltare poi nei soliti dibattiti alcuni zoologi universitari che ancora parlano di girare con la trombetta è veramente deprimente.
Largo alla scienza vera e con esperienze veramente vissute sul campo. E non nelle aule. Aggiungiamo che gli interventi straordinari sono assolutamente da attuare. Ma sarebbe meglio, se si deciderà di attuarli in modo sistematico, di farli in periodo autunnale, per non avere femmine gravide o madri con cuccioli ancora non indipendenti. Ma cose simili siamo sicuri che saranno sicuramente a conoscenza di chi opera scientificamente, e non emotivamente. Non prestando così il fianco al “bracconaggio riparatore”.
Siccome la miglior difesa è l’attacco, gli animalisti, dopo aver combinato il disastro ecologico con l’invasione dei cinghiali dovuta alla miriade di zone protette dove non si sono mai fatti abbattimenti selettivi, si sono inventati i cinghiali portati dall’Est dai cacciatori… che si è dimostrato essere una fandonia. Adesso, non avendo mai permesso a suon di Tar il benché minimo intervento sugli orsi, prima di essere ritenuti i responsabili del proliferare degli attacchi, ripropongono la solita storia della mancanza dei fischietti, dei cartelli, dei bidoni antiorso e della malagestione di Fugatti (Rieletto, oltretutto, a furor di popolo).
Nel frattempo è bene portare a conoscenza quello che da anni sta accadendo in Giappone: nel Paese asiatico è stata chiesta dal Ministero dell’Ambiente una revisione della legge sulla caccia, ammettendo la possibilità ai cacciatori di abbattere esemplari di orso nelle aree urbane per prevenire gli attacchi. Da inizio anno sono morte già sei persone, nel corso dei 219 attacchi che si sono verificati in tutto il Paese. Orsi aumentati proprio per l’abbandono e la minore frequentazione della aree montane da parte degli abitanti. Risposta a chi dice che in Trentino le persone non dovrebbero stare nei boschi per non disturbare gli orsi… Che così si impadronirebbero totalmente delle territorio boschivo per poi, banalmente, scendere a valle. Quindi, con le nuove ordinanze, i cacciatori giapponesi potranno utilizzare le armi anche in aree urbane e limitrofe senza dover preventivamente chiedere, come prima, il permesso ai vari ufficiali di polizia.
La nuova ordinanza non piace molto proprio ai cacciatori che in caso di ferimento, dicono, si ritroverebbero a ridosso dell’abitato un animale ancora più aggressivo. Ecco perché, viste le perplessità di quest’ultimi, è allo studio anche un piano di incentivi per gli abbattimenti. Ricordiamo che nell’isola di Hokkaido, molto boscata, si arriva a una densità di 12.000 orsi bruni, mentre gli orsi neri arrivano a circa 10.000 in tutto il Giappone. L’abbandono delle montagne da parte dell’uomo ha fatto avvicinare gli orsi ai centri abitati, dove si sono abituati alla vista degli esseri umani, ai loro rumori, ai loro usi e non ne sono più spaventati (pensando alle “trombette” nostrane). Questo ha favorito, quindi, la colonizzazione e gli incidenti ricorrenti. Onde non arrivare a ciò, sfruttiamo l’insegnamento delle problematiche altrui, senza farci ancora sorprendere da invasioni incontrollate come quella dei cinghiali, delle nutrie, dei pappagalli, dei cormorani, dei piccioni e di tanti altri. Ormai sfuggite di mano, ma non pericolose però come quelle degli orsi.