I titolari di licenza federale per armi da fuoco (Ffl) statunitensi sono particolarmente preoccupati dall’eventualità di una vittoria di Joe Biden alla Casa bianca. Perché?
In un comunicato, la Nssf (National shooting sports foundation, l’associazione dell’industria e del commercio armiero statunitense) esprime la preoccupazione da parte del comparto dei titolari di licenza federale in materia di armi (Ffl, Federal firearms license), quindi in particolare le armerie per la vendita all’ingrosso e al dettaglio, per l’ipotesi di una elezione alla Casa bianca del candidato democratico Joe Biden. Secondo la Nssf, infatti, la candidata alla vicepresidenza Kamala Harris nel 2019 aveva dichiarato, nel corso di un evento ufficiale, che avrebbe reso obbligatorio il ritiro della licenza in capo al titolare, nel caso di qualsiasi tipo di infrazione legale riscontrata.
Secondo l’attuale procedura adottata dagli ispettori dell’Atf (il bureau of Alcohol, tobacco and firearms) in occasione delle ispezioni nelle armerie, nel caso in cui vengano riscontrate infrazioni minori ai regolamenti federali, nazionali e locali, al titolare viene semplicemente indicata la procedura per mettersi in regola. “secondo il piano Biden-Harris”, ha commentato la Nssf per voce del managing director Mike Vrooman, “anche la più insignificante delle infrazioni sarà motivo sufficiente per la revoca della licenza”.
La proposta della aspirante alla vicepresidenza è, in effetti, piuttosto tipica nel movimento anti-armi statunitense e non solo: procedere all’eliminazione di una categoria sgradita, tramite la sua criminalizzazione.