Da una necessità legata essenzialmente al mondo militare e offerta solo in tale ambito, la tendenza dei comandi ambidestri sulle piattaforme Ar15 dilaga. Ma attenzione alle differenze…
La necessità (comunque non universalmente recepita…) di disporre di comandi completamente ambidestri, non a caso matura in ambito militare, per la maggiore o più esasperata attenzione all’ergonomia, e per le situazioni diverse rispetto all’ambito sportivo. Non si tratta di una necessità per i soli mancini, ma piuttosto di una soluzione nel caso si debba “diventare” mancini per qualche malaugurato motivo in combattimento, ma soprattutto e pensando alla piattaforma Ar15, per offrire facilità in certe manipolazioni. Un esempio? In caso di malfunzionamento come una doppia alimentazione (double feed) e per la maggioranza dei destrimani, si estrae il caricatore, si arretra la manetta e la si blocca per procedere al clearing del problema: per fare questo, però, si deve abbandonare la presa sull’impugnatura. Viceversa, se si dispone di una leva di hold open “completa” sul lato destro, senza abbandonare l’impugnatura si impegna la leva con l’indice e si blocca l’otturatore, mentre si arretra la manetta a T: si spreca meno tempo e non vi è bisogno di contorsioni. Eppure ancora oggi, qualcuno non riesce a comprenderne l’utilità o, meglio, la necessità. Di fatto l'opportunità di un sistema di hold open ambidestro è presente da tempo su altre piattaforme (Beretta Arx160, per esempio) e non è un caso se la Heckler & Koch con il proprio Hk416 ha pensato bene di inserirla nelle ultime versioni.
Oggi solo poche aziende come la Pof – Patriot ordnance factory o la Lwrc offrono lower receiver “completamente” ambidestri di serie, mentre nel settore della componentistica la situazione è completamente diversa, con sempre più aziende che si cimentano nella produzione di lower “ambi” (abbastanza costosi…).
Per lower receiver completamente ambi si intende un semicastello dotato ovviamente di selettore, sgancio caricatore e leva di hold open ambidestri. Visto che raddoppiare il selettore non è un grande problema per le aziende e altrettanto si può dire per lo sgancio caricatore sul lato sinistro, analizziamo prima la leva di hold open “ambi”, più problematica. Oggi esistono essenzialmente tre soluzioni per mettere a disposizione un hold open “ambi” sugli Ar15: agli inizi, ma ancora oggi, alcune aziende produttrici di armi complete e altre produttrici di parti, hanno proposto una semplice leva sul lato destro, raggiungibile dall’indice, ma con sola funzione di sblocco o release: utile ma non ad esempio nel caso citato sopra e pertanto in questo caso, non si può parlare di lower receiver “completamente ambi”: nonostante venga considerato tale ovviamente, da chi li produce (esempio: prima immagine in alto a sinistra).
Il secondo sistema, invece, replica in pratica la leva a bilanciere di hold open tipica degli Ar15 sul lato opposto: alcune sono in pratica “gemelle” per forma. alla controparte sul lato sinistro, altre invece mostrano più “creatività” nello stile (seconda immagine sulla sinistra).
Il terzo sistema che è anche quello osservabile sulle ultime serie degli Hk416 e che molti reputano il più pratico, propone una levetta che bascula lungo il fusto (e non contro, come nel caso precedente) sia in alto che in basso: sollevandola si attua il blocco, abbassandola, lo sgancio (ultimo esempio sulla sinistra).
Vediamo adesso lo sgancio caricatore, inizialmente la soluzione più veloce (e oggi anche più economica…) è stata la semplice sostituzione sul lato sinistro dell’arma della barretta di aggancio caricatore con un sistema di rilascio a leva: tra le prime aziende a proporre tale accessorio Norgon, Kac, Troy e Sig Sauer. Discorso diverso per le aziende che propongono lower ambidestri sia di primo impianto che di aftermarket: in questo caso e per lo sgancio caricatore sul lato sinistro, ognuna si sbizzarrisce come meglio crede, in parte per evitare altri brevetti, in parte per evidenziarsi stilisticamente dai concorrenti (vedi i tre esempi nella colonna a destra).
Di fatto, tutte queste soluzioni aiutano non poco gli Ar15 a rimanere competitivi ed aggiornati, nonostante si tratti pur sempre di un “ultra cinquantenne”. Ma è risaputo che, oggi, si invecchia meglio grazie alle tecnologie più che ai lifting.