Quartapelle (Pd) spinge sul divieto di vendita di coltelli ai minori

A margine della conferenza stampa a Palazzo Marino sul tema della sicurezza a Milano, la deputata del Pd Lia Quartapelle è tornata a parlare del ddl Serracchiani volto a vietare la vendita di coltelli ai minori

Si torna a parlare del rapporto tutt’altro che virtuoso tra i minori e gli strumenti da punta e da taglio: a farlo è stata la deputata del Pd Lia Quartapelle che, a margine della conferenza stampa indetta dal Comune di Milano sul tema della sicurezza, ha dichiarato: “La sicurezza non è di destra né di sinistra, è il primo dovere delle istituzioni. Pensiamo che il Comune di Milano abbia fatto moltissimo, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione: il numero degli agenti, le risorse che sono state aumentate del 30%. Pensiamo che serva da parte del governo nazionale un investimento maggiore in termini di risorse, il Comune di Milano non può fare tutto, servono anche delle regole nazionali, delle leggi nazionali”. Più nello specifico delle “leggi nazionali”, la deputata ha fatto esplicito riferimento al ddl della collega di partito Debora Serracchiani, volto a vietare la vendita (principalmente on-line) di coltelli ai minori: “Noi chiediamo che si possa prevenire con punizioni per chi vende ai ragazzi i coltelli, i machete, le armi da taglio. Oggi un minore può comprare un coltello, un machete, un’arma da taglio online o nei negozi. Questo è un elemento che ci rende tutti quanti meno sicuri. C’è bisogno che il governo prenda in esame le proposte di legge dell’opposizione che vanno in questa direzione”.

Per parte nostra non possiamo fare a meno di ribadire quanto già osservato a suo tempo quando il ddl Serracchiani è stato presentato: il divieto di vendita di coltelli ai minori è perfettamente inutile per contenere il fenomeno degli atti criminali compiuti da infradiciottenni con strumenti da punta o da taglio: qualsiasi casa d’Italia ne trabocca, il divieto avrebbe la stessa utilità di cercare di svuotare il mar Mediterraneo con un cucchiaino da caffè. Tra l’altro, l’accertamento on-line della maggiore età per quanto riguarda l’accesso ai siti pornografici, non sembra essere stato un grande successo, quindi da mettere in conto ci sono anche obiettive difficoltà tecniche. Che altrettanto indubbiamente, non sfiorano i palazzi romani e chi vi risiede.

Bisognerebbe semmai cominciare a domandarsi come mai sempre più spesso i giovani e giovanissimi non solo non si fanno scrupolo a uscire di casa con tali strumenti (è sempre accaduto…) ma soprattutto a farne un uso sempre più spregiudicato, cinico e criminale. Oltre a ciò, occorrerebbero anche sanzioni commisurate alla gravità dei fatti, ancorché commessi da minori.