Rinnovo cariche Confavi
La Confederazione delle associazioni venatorie italiane (Confavi) ha rinnovato le proprie cariche statutarie. In proposito è stato diramato un comunicato, che pubblichiamo integralmente. “La credibilità si acquisisce quando nei fatti si dimostra di saper dare il buon esempio: ecco perché la Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane è destinata a conquistare sempre maggiori consensi nel panorama venatorio nazionale ed internazionale. L’ultima dimostrazione …
La Confederazione delle associazioni venatorie italiane (Confavi) ha rinnovato
le proprie cariche statutarie. In proposito è stato diramato un comunicato, che
pubblichiamo integralmente. “La credibilità si acquisisce quando nei fatti si
dimostra di saper dare il buon esempio: ecco perché la Confederazione delle
Associazioni Venatorie Italiane è destinata a conquistare sempre maggiori
consensi nel panorama venatorio nazionale ed internazionale. L’ultima
dimostrazione di coerenza e di compattezza da parte della CONFAVI è stata
fornita nel corso dell’Assemblea nazionale che ha chiamato tutti i propri
associati a rinnovare le cariche statutarie dopo tre anni di intensa attività
associativa. Il voto dell’Assemblea nazionale della Confederazione ha visto
riconfermata all’unanimità (nessun voto contrario e nessun astenuto) la
presidente nazionale Maria Cristina Caretta, vero perno della Confederazione
attorno al quale ruotano con efficace sincronia i dirigenti delle 16
associazioni confederate che hanno le loro strutture radicate su tutto il
territorio nazionale. I delegati provenienti da tutte le regioni d’Italia hanno
riconosciuto, nel riconfermato presidente nazionale, il ruolo guida nelle
iniziative intraprese in difesa dei diritti di tutti i cacciatori oltre che
quello di paziente tessitrice nel percorso che ha portato la Confederazione ad
ottenere il meritato riconoscimento interministeriale. La presidente nazionale
ha presentato ai delegati nazionali la sua relazione sull’attività svolta nel
triennio del suo mandato, bilancio più che positivo di un periodo irto di
difficoltà e di iniziative a tutela della caccia e dell’immagine del mondo
venatorio, sia in campo nazionale che internazionale. All’unanimità sono stati
eletti anche i tre vicepresidenti, i componenti della Giunta esecutiva
nazionale ed il collegio dei probiviri e dei revisori dei conti. -Mentre altri
predicano l’unità del mondo venatorio ma si guardano bene dal praticarla, – ha
commentato la neo-riconfermata presidente Caretta, – noi della CONFAVI ci siamo
sentiti ancora una volta in dovere di dare il buon esempio, a cominciare dal
nostro interno, fornendo all’intero mondo venatorio italiano un’invidiabile
immagine di unità e di compattezza-. Adesso siamo pronti ad affrontare le nuove
battaglie che ci attendono per contrastare le prevedibili iniziative che la
compagine animal-ambientalista, presente nel nuovo governo, tenterà di attuare
a danno dell’attività venatoria e di chi la pratica nel nostro Paese. Alle
altre componenti del mondo venatorio italiano ed ai rappresentanti delle
categorie economiche che gravitano attorno alla caccia rinnoviamo l’appello,
sinora caduto nel vuoto, a sedersi attorno ad un tavolo per addivenire ad una
rappresentanza unitaria della “Caccia Italiana”. Se gli sterili individualismi
e le ben note manie di protagonismo di qualcuna di queste componenti dovessero
impedire la realizzazione di questo indispensabile progetto, chiederemo a
costoro di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità nei confronti dell’
intero mondo venatorio nazionale. Mentre qualche dirigente venatorio è
unicamente preoccupato di non perdere qualche tessera associativa, simbolo del
proprio potere, la caccia in Italia sta vivendo uno dei momenti più difficili
degli ultimi vent’anni. Finchè il buon Dio ci darà salute e fiato nei polmoni,
continueremo a gridare la nostra indignazione per il comportamento del
frastagliato arcipelago animal-ambientalista e per quello di quei dirigenti
venatori che non esitano a calpestare i diritti dei propri associati pur di
salvaguardare ciò che resta della loro nobiltà decaduta”.