Sant’Uberto all’abbazia di Morimondo

Sabato 6 novembre la bellissima Abbazia cistercense di Morimondo (Mi), che si affaccia in posizione dominante sui boschi della vallata del fiume Ticino, per la prima volta nella sua storia quasi millenaria ha visto la celebrazione della Messa di Sant’Uberto in onore del Santo patrono dei seguaci di Diana e dei cacciatori milanesi.

Sabato 6 novembre la bellissima Abbazia cistercense di Morimondo (Mi), che si affaccia in posizione dominante sui boschi della vallata del fiume Ticino, per la prima volta nella sua storia quasi millenaria ha visto la celebrazione della Messa di Sant’Uberto in onore del Santo patrono dei seguaci di Diana e dei cacciatori milanesi. La manifestazione, organizzata dall’assessorato alla Caccia della Provincia di Milano in collaborazione con la Delegazione italiana del Cic, ha potuto usufruire dell’accompagnamento musicale del Gruppo dei corni da caccia di Lana – Bolzano (nella foto), il cui suono potente è risuonato sotto le volte maestose dell’antico edificio, richiamando numerosissimi cacciatori con le loro famiglie, amici e simpatizzanti, oltre che visitatori del complesso abbaziale che hanno colto l’occasione per assistere a una funzione senza dubbio inconsueta. Nella sua omelia, il parroco Don Mauro Lai si è soffermato ampiamente sulla figura del cacciatore quale fedele vicino a Dio nell’ambito della sua frequentazione della natura per svolgere un’attività spesso, oggigiorno, non compresa dall’opinione pubblica, la quale è invece retaggio di valori umani risalenti a epoche primordiali, allorché cacciare in gruppo significava fiducia e amicizia reciproche, con una rimessa incondizionata della propria vita nelle mani dei compagni. La caccia moderna, se da un lato ha perso ovviamente i significati legati alle necessità alimentari, ha infatti per contro conservato tutti gli altri elementi di più elevato valore simbolico: una valenza culturale chiaramente rievocata dalla commemorazione di Sant’Uberto, la cui conversione nel corso di una battuta di caccia, suscitata dall’apparizione di un cervo con il crocefisso tra i palchi (in ripresa della precedente vicenda di Sant’Eustachio), è passata alla storia e non soltanto della Chiesa. Al termine della celebrazione e a suo suggello, è stata letta la Preghiera del Cacciatore, che gode di approvazione ecclesiastica sin dal 1991. Tra le autorità presenti l’assessore provinciale Luca Agnelli, il sindaco di Morimondo Marco Natale Marelli, il comandante della Stazione dei carabinieri di Motta Visconti, Ascanio Bonsignori, i presidenti degli Atc 1 Milano Est e 2 Milano Ovest Gianraffaele Congiunti e Graziano Barbaglia, i presidenti provinciali delle associazioni venatorie Rodolfo Grassi di Federcaccia e Salvatore Conti di Libera Caccia, Daniele Testa in rappresentanza dell’Enalcaccia e Giuseppe Cricelli in rappresentanza dell’Italcaccia. Per il Cic Italia, presente il segretario generale Massimo Marracci, in rappresentanza del capo delegazione Giovanni Bana e tra gli organizzatori della sacra manifestazione.