Sul referendum per la direttiva europea in materia di armi che si svolgerà in Svizzera, il Centro studi di diritto europeo sulle armi propone una inquietante “terza via” rispetto alla possibilità che vincano i favorevoli o i contrari…
Il neo-costituito Centro studi di diritto europeo sulle armi, per voce del professor Claudio Biscaretti Di Ruffia dello Studio Associato Santa Maria di Milano, offre un commento tecnico in particolare sull’imminente referendum abrogativo della normativa di recepimento della direttiva 2017/853 in Svizzera, che si svolgerà il prossimo 19 maggio. “Potrebbe verificarsi una situazione ulteriore rispetto alla prospettiva che il recepimento venga accettato come è o venga cassato dalla maggioranza dei votanti”, ha dichiarato Biscaretti Di Ruffia: “anche nel caso di vittoria dei contrari al recepimento della direttiva, è difficile che la Svizzera abbia una posizione negoziale tale da convincere gli altri Stati europei a modificarla, a meno che si tratti di modifiche davvero marginali. È più probabile che gli svizzeri si debbano tenere in ogni caso la direttiva, lasciando inattuato l’esito del referendum, come successo, nella sostanza, per i due referendum per l’accesso degli stranieri, tenuti a livello federale e in Canton Ticino pochi anni fa. La Svizzera per la Ue non è un partner essenziale, ma per la Svizzera l’accordo di Schengen e quello di Dublino sono troppo importanti per uscirne, cosa che dovrebbe fare, coerentemente, ove rigettasse la direttiva”.