Il collega di pattuglia di Mario Cerciello Rega, il carabiniere ucciso a Roma, parla del fatto che entrambi fossero disarmati e dice…
Come sarebbero andate le cose se Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere ucciso a Roma con 11 coltellate da uno studente americano, e il suo collega Andrea Varriale fossero stati armati? La sua opinione l’ha fornita in udienza proprio Varriale, spiegando che “Avere o non avere la pistola non avrebbe cambiato gli eventi. Forse se avessimo avuto l’arma sarebbe andata anche peggio”. Varriale ha anche aggiunto che “Eravamo in servizio (in borghese, ndr) e con la pistola sarebbe stato impossibile mimetizzarsi”, proseguendo “portare la pistola per 6 ore, in servizio, è pesante. Commisi un errore stupido, quello di dire che avevo la pistola con me e che l’avevo consegnata al mio comandante di stazione in ospedale. Ma tanto ormai, a tanti colleghi già avevo detto che non l’avevo, quindi mi stavo nascondendo dietro a un dito. Ho commesso una leggerezza”.
Probabilmente nessuno più di chi materialmente ha vissuto sulla propria pelle quel giorno drammatico ha titolo per dire cosa sia accaduto e cosa sarebbe potuto accadere. Noi continuiamo, tuttavia, a ritenere perlomeno improbabile che con una pronta risposta armata il povero Cerciello Rega avrebbe ricevuto ben 11 coltellate, anche se magari già la prima sarebbe stata comunque mortale.
Di sicuro c’è che ancora una volta si pone con evidenza il problema della portabilità dell’arma corta d’ordinanza per gli appartenenti alle forze dell’ordine quando si trovano in servizio in borghese o fuori servizio. E ancora una volta non sembra essere alle porte una soluzione da parte dei ministeri competenti, che si tratti di autorizzare l’acquisto e il porto di un’arma personale o di integrare le dotazioni dell’amministrazione con armi più occultabili da fornire a titolo di dotazione di reparto per i servizi in borghese, come peraltro in alcuni circoscritti casi si è fatto (ricordiamo per esempio i revolver Smith & Wesson Bodyguard o Ruger Sp101). Questo “attendismo” potrà avere solo conseguenze drammatiche per gli operatori sul territorio, ancora una volta lasciati soli.