Assodato che al momento il governo italiano non ha stabilito alcun embargo all’esportazione (di solito, al contrario, l'embargo è per le importazioni) o altri provvedimenti tendenti a limitare o a bloccare l’esportazione verso Ucraina a Russia di armi e munizioni sportive e per caccia di uso civile, restava da chiarire perché mai attualmente le questure italiane non rilasciano licenze all’esportazione verso quei Paesi. Avevamo preannunciato l'interessamento della senatrice Cinzia Bonfrisco che, ricevute assicurazioni dal ministero dell'Interno sulla sua totale estraneità, ha poi incontrato l'ufficio legislativo del ministero degli Esteri. Secondo questi funzionari, essi avrebbero ricevuto solo una comunicazione definita “irrituale” dal competente ufficio amministrativo del Viminale tendente a conoscere la posizione della Farnesina. Per i funzionari degli Esteri, però, non essendoci posizioni in proposito del governo italiano, ogni eventuale richiesta di licenza di esportazione deve essere esaminata nel concreto e nello specifico. Dunque? Dunque le richieste delle questure da qualche parte si arenano, nel più classico sistema italiano che – in particolare di questi tempi – ci fa arrabbiare. E perdere credibilità e denari al Paese, perché almeno per i contratti in essere le aziende produttrici dovranno chiedere indennizzi alla mancate vendite o ai ritardi. La senatrice ci ha promesso di continuare la sua indagine. Certo, a questo punto occorre sentire i ministri Angelino Alfano e Federica Mogherini…
È il ministero dell’Interno che decide tutto… E vuole decidere anche per il governo italiano? Il fatto è che le licenze di esportazione verso la Russia e l’Ucraina sono bloccate.