Intergruppo: aggressione a senso unico
L’intergruppo Amici del tiro, della caccia e della pesca ha pubblicato un comunicato nel quale stigmatizza gli attacchi contro la caccia operati dai quotidiani negli ultimi giorni. “In questi ultimi giorni”, si legge nel comunicato, “stiamo assistendo a una feroce e immotivata campagna denigratoria nei confronti della caccia a opera di alcuni quotidiani. Le forze ambientaliste stanno montando l’opinione pubblica in modo strumentale, infarcendo una comunicazione ri…
L’intergruppo Amici del tiro, della caccia e della pesca ha pubblicato un
comunicato nel quale stigmatizza gli attacchi contro la caccia operati dai
quotidiani negli ultimi giorni. “In questi ultimi giorni”, si legge nel
comunicato, “stiamo assistendo a una feroce e immotivata campagna denigratoria
nei confronti della caccia a opera di alcuni quotidiani. Le forze ambientaliste
stanno montando l’opinione pubblica in modo strumentale, infarcendo una
comunicazione ricca di falsità su un tema che, invece, dovrebbe vedere uno
sforzo comune tra le parti in causa, per affrontare il problema non in base a
pregiudizi ormai datati, ma in maniera seria e costruttiva. Purtroppo dobbiamo
notare la più totale assenza di un contraddittorio sulla stampa”. «Si è scelto
di tornare a criminalizzare i cacciatori, una parte importante del nostro
Paese, portatrice di forti significati storici e culturali radicati nella
tradizione» ha affermato il presidente dell’intergruppo, Luciano Rossi: «Questa
aggressione a senso unico non è assolutamente accettabile e ritengo che si
tratti di una forzatura nei confronti dell’opinione pubblica, che ha alle
spalle una regia ben precisa». “Buona parte delle affermazioni riportate sui
quotidiani”, prosegue il comunicato, “con riguardo alla discussione sulla legge
comunitaria, in corso alla Camera, sono assolutamente prive di fondamento.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza. La direttiva 79/409/Cee impone la tutela
dell’avifauna migratoria, che non può essere cacciata nei periodi di
nidificazione e di migrazione prenuziale. L’Ue impone infatti che i periodi di
caccia vengano programmati dagli Stati membri in funzione della vita biologica
delle singole specie, evitando il prelievo nei momenti di fragilità delle
stesse. L’attuale testo dell’ art 16 della legge Comunitaria, approvato all’
unanimità in Senato, recepisce integralmente i contenuti e i principi della
direttiva 79/409: pertanto ci potranno essere alcune specie per le quali
occorrerà ridurre il periodo di caccia al mese di dicembre (germano reale), di
contro è ipotizzabile, se vi saranno analisi scientifiche in tal senso, che il
prelievo venatorio di altre specie (colombaccio) possa essere prorogato alla
seconda o terza decade di febbraio. Sono invece del tutto false le affermazioni
circa la possibilità di andare a caccia tutto l’anno: non esiste alcun paese Ue
in cui l’avifauna sia prelevabile dopo il 28 febbraio! Inoltre, con un
emendamento in Commissione si vuole evitare di recepire in Italia la Guida
Interpretativa della direttiva 79/409 del Consiglio concernente la
conservazione degli uccelli selvatici, recentemente pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale Europea. Tale Guida è un documento di tutela che consentirebbe di
attivare la protezione per esempio nelle aree aeroportuali (contro lo storno) e
interventi di contenimento quando vi siano comprovate ragioni di incolumità
pubblica”. «Sono sempre più convinto della necessità di una riforma della
normativa sulla caccia, ormai datata, per adeguarla alle nuove esigenze del
Paese e alle normative UE», ha concluso l’onorevole Rossi. «Purtroppo devo
constatare che non solo il mondo ambientalista, ma anche autorevoli colleghi
sposano un europeismo a fasi alterne, cercando di applicare le direttive
comunitarie sulla materia esclusivamente in senso restrittivo».