“La stagione venatoria che sta per iniziare non deve avere alcuna limitazione o riduzione rispetto alla normativa regionale vigente”: è l’appello che il presidente regionale di Federcaccia Toscana, Moreno Periccioli, lancia alle istituzioni competenti, a cui si chiede con forza di esercitare senza incertezze le proprie prerogative.
“Federcaccia Toscana ha condiviso e contribuito a costruire leggi e regolamenti e sostenuto le iniziative politiche e istituzionali a difesa della legge sul calendario venatorio: ci aspettiamo adesso – spiega Periccioli – che queste leggi siano coerentemente applicate dalla Regione e dalle Amministrazioni Provinciali. Ed eccole, le richieste di Federcaccia Toscana, messe in fila per ordine cronologico e di scadenza:
– Apertura della caccia di selezione il 1° agosto. In ogni caso l’attuazione della stessa data, nelle situazioni che lo richiedono, di piani di abbattimento che garantiscano gli obbiettivi del Praf, anche per prevenire danni all’agricoltura. Il parere Ispra (che “suggerisce” il 15 agosto per il capriolo) è obbligatorio ma non vincolante, mentre per i piani di abbattimento ex art. 37 L.R. 3/94 la competenza delle Province è piena e la Regione ha facoltà di esercizio di potere sostitutivo.
– Apertura anticipata per due giornate dal 1° settembre a tutte le specie migratorie previste, secondo le richieste presentate dalle singole Province.
– Applicazione uniforme della L.R. 20/2002 sul calendario venatorio su tutto il territorio regionale, sia per i tempi sia per le specie.
– Deroga per lo storno più efficace per modalità di prelievo ed estensione del territorio interessato; procedura di deroga per il fringuello acquisendo, alla luce di recenti pronunce della C.C., pareri scientifici alternativi a quello di Ispra.
“Tutte cose che la Legge puntualmente prevede – commenta il presidente di Federcaccia – e su cui quindi decidere è compito esclusivo degli Enti competenti, cui spetta il dovere di assumere la responsabilità delle scelte. L’auspicio, e la fiducia, è che siano fatte le scelte giuste, che altrimenti perderebbe di peso e credibilità anche la battaglia per la tutela delle prerogative e delle autonomie, con grave danno, oltre che per la caccia e per i diritti dei cacciatori, per gli equilibri faunistico ambientali e sociali sul territorio e per un modello di gestione all’avanguardia in Italia. Non possono e non devono essere i paventati rischi di ricorsi o denunce a far venir meno questo dovere da parte di istituzioni e organismi investiti del loro ruolo dal voto dei cittadini”.