L'Air force statunitense ha deciso di sperimentare le munizioni calibro 12 anti-droni Als Skynet AlS12Sky-Mi5. Come funzionano?
Che i micro e mini Uav commerciali potessero essere utilizzati impropriamente, o peggio, diventare piattaforme armate o “suicide”, era una ipotesi ben nota a tutti ma il conflitto siriano ha dimostrato come la creatività dei terroristi possa migliorare e stupire ogni giorno.
Dai micro Uav suicidi a quelli trasformati in Ied volanti (ossia, trappolati in modo da esplodere una volta catturati) ai mini Uav, più prestanti, in grado di sganciare bombe improvvisate, granate da fucile, bomblet (quelle degli ordigni a grappolo…), ordigni realizzati con stampanti 3D e persino testate anti carro prese dagli Rpg. Non a caso in quel teatro, sono stati distribuiti velocemente sistemi anti-drone elettronici capaci di disturbare le frequenze di comando e i sistemi di geoposizionamento dei piccoli Uav; tali sistemi inoltre, si vedono sempre più nelle mani delle forze dell’ordine in occasione di grandi eventi o celebrazioni.
Questi “jammer” anti droni sono sistemi “soft kill” ma esistono ovviamente sistemi “hard kill”, rappresentati generalmente da munizioni spezzate calibro 12 magnum o con comuni cariche commerciali note come “goose load”, impiegate soprattutto negli Usa per la caccia alle oche selvatiche.
Ultimamente però, vi è un altro trend per il contenimento di questa minaccia ed è l’impiego di reti lanciate con vari sistemi. In effetti può apparire strano voler “catturare” piuttosto che distruggere queste minacce volanti ma, in realtà, esistono almeno tre buoni motivi: in ambito urbano le eventuali traiettorie di tiro potrebbero mettere in pericolo persone nei piani superiori degli edifici; la quota del velivolo particolarmente bassa potrebbe impedire il tiro se intorno vi siano persone e, infine, quando si vogliano recuperare e analizzare i dati di volo o le riprese video: sia come intelligence sia come “prove” di reato. Tra i vari impieghi malevoli dei mini Uav infatti, vi sono il trasporto e contrabbando di stupefacenti e tentativi di far arrivare armi nelle carceri.
Non stupisce quindi che l’air force americana, recentemente, abbia deciso di testare le munizioni calibro 12 anti drone Amtac less lethal system –Als Skynet AlS12Sky-Mi5 (nella foto) per la difesa sia delle forze sia delle proprie installazioni contro mini Uav classe 1 e 2.
La speciale cartuccia Skynet calibro 12 pesa 52,5 grammi, è lunga 66 millimetri e spara 5 lunghi petali in lega (leadless) uniti tra loro da una fune di nylon che, una volta aperti in volo, coprono un diametro di 1,5 metri con una portata massima ci circa 90 metri. L’impatto contro questa rete più l’eventuale avvolgimento delle funi nelle eliche, provocano l’abbattimento. L’azienda tra l’altro, ha mostrato anche un prototipo in calibro 40×46 con maggiori prestazioni e gittata.
L’Usaf impiegherà le munizioni Skynet nei fucili a pompa Remington 870 con speciale strozzatore rigato, atto a impartire rotazione iniziale e opportuno dispiegamento della rete.
Quanto costano? Nel sito di un distributore americano, che si cautela circa i tempi spedizione a causa della grande richiesta (tempi di attesa di un mese…), la confezione da 3 cartucce costa 20 dollari, quella da 12 costa 80 dollari e il “pacco convenienza” da 25 cartucce, 166 dollari quindi: circa 6,60 dollari l’una…