La prima edizione del Gran premio integrale di Tiro alla sagoma con carabina da caccia ha riunito una cinquantina di tiratori da tutta Italia, il 29 agosto, nel campo dell’Apd Sporting club Piancardato di Collazzone (Pg). Una gara impegnativa, anche dal punto di vista organizzativo, ma soprattutto la prima uscita della Federazione italiana Tiro all’aperto (Fita), che si propone di lanciare questa disciplina sperimentale nell’alveo e con il beneplacito della Federazione italiana Tiro a volo.
La formula “integrale” prevede 40 colpi con la carabina, da sparare in condizioni molto differenti tra loro: 10 colpi al cinghiale corrente a 50 metri in due manche; 10 a 200 metri su bersaglio fisso di camoscio con il solo appoggio anteriore (2 colpi di prova), in due manche; 20 nelle quattro posizioni (dal palo, sdraiati, con alpenstock e in piedi all’imbracciata) su bersagli fissi in forma di capriolo, volpe seduta, camoscio e cinghiale. Armi di produzione di serie, con limiti di peso. Il successo si misura sì dalla partecipazione, ma anche dall’impegno e dai risultati tecnici: Gianluca Anzuini, tiratore di Anzio (Rm), già campione italiano di tiro combinato, ha vinto con 371 punti davanti al terzetto di lucani della famiglia Sabia, appartenenti all’Apd Tiro all’aperto Basilicata: Giambattista (363), Fabiano (355) e Maurizio (344). Buono il risultato di Rocco di Stefano, che con 344 si è imposto nella qualifica Senior (da 61 anni). Gianina Mihai ha vinto, in casa, con 110 punti la classifica femminile. A squadre si è imposta Basilicata 1 con i tre Sabia e Biagio Schettino (1062) su Basilicata 2 (1007), Liguria (885), Lazio (883), Basilicata 3, Umbria 1 e Umbria 2. Determinanti si sono rilevati al solito i bersagli del cinghiale corrente.
È stata prevista anche una categoria selecontrollori, per iscriversi alla quale non era necessaria la tessera Fitav. Ricco il montepremi in denaro, quasi 4.000 euro, un’ottica e uno sgancio rapido Contessa con slitta a sorteggio per i selecontrollori. Altri premi offerti da Enalcaccia, Liberacaccia, Federcaccia e Arci Caccia.
Proprio le associazioni venatorie sono molto interessate alla disciplina sperimentale, che ha tutte le carte in regola per avvicinare i cacciatori. Presenti Marcello Spigarelli, vice presidente di Federcaccia Umbria, e Osvaldo Veneziano, vicepresidente di Fondazione Una, ex presidente e direttore nazionale Arci Caccia, che ha portato i saluti di Luciano Rossi, presidente Fitav. «Questa gara è un importante passo avanti», ha dichiarato Veneziano, «che non va sciupato per avviare finalmente un percorso di unificazione tra le federazioni del tiro che per l’interesse dell’intero settore hanno il dovere di unificare le risorse e dare ossigeno ai campi di tiro che sono fondamentali per promuovere lo sport. Auguro che questo primo passo indichi la direzione e faciliti l’accesso ai campi di tiro e a discipline come questa, per quei 400 mila e più titolari di porto di fucile che intendono mantenersi in attività per conservarlo». Molto soddisfatti il coordinatore della Federazione italiana Tiro all’aperto, Carlo Mattiello, e il vice coordinatore Alfonso D’Amato, che hanno già individuato le migliorie da apportare all’organizzazione di gara e che saranno operative dalla prossima, programmata a Leonessa di Melfi (Pz), presso l’Apd Tiro all’aperto Basilicata per il prossimo 19 settembre.