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] La Kroko è un’azienda della Repubblica ceca specializzata nella produzione di revolver economici per Tiro a segno e difesa, per i quali la Paganini di Torino ha deciso di intraprendere l’importazione. Su un telaio unico sono stati sviluppati diversi allestimenti, in calibro .22 lr, .22 magnum (cameratura non importata, per il momento) e .38 special, con tre lunghezze di canna: 63,5 mm (2,5 pollici); 101,6 mm (4 pollici) e 152,4 mm (6 pollici). La versione con la canna più corta è dotata di organi di mira fissi, gli altri allestimenti hanno la tacca di mira regolabile in altezza e derivazione. Questa caratteristica ha consentito, fatto più unico che raro, di ottenere la classificazione sportiva anche per la versione con canna di 4 pollici. L’aspetto più allettante di questi revolver è, indubbiamente, il prezzo: poco più di 300 euro, un primato difficilmente eguagliabile in questo settore. Naturalmente, la domanda che sorge immediata è quanto questa convenienza di prezzo incida su precisione, sicurezza d’uso, durata e finiture. Per rispondere a queste perplessità, abbiamo deciso di mettere a confronto la versione in calibro .22 lr con canna di 6 pollici e la versione in calibro .38 special con canna di 4 pollici. Il revolver della Repubblica ceca ha una concezione tradizionale a telaio chiuso, con tamburo ribaltabile sul lato sinistro. La cosa a prima vista un po’ sconcertante è il fatto che il castello e la cartella laterale non sono in acciaio, ma in zama. Sono in acciaio soltanto il tamburo, le minuterie della meccanica e l’anima della canna, forzata dentro un manicotto sempre in zama, che supporta il mirino e protegge l’asta di espulsione dei bossoli. Nella versione con canna di sei pollici, il manicotto è dotato di una sorta di finta bindella ventilata che alleggerisce un po’ l’estetica. Le superfici sono finite con una sorta di verniciatura a fuoco di colore nero opaco. Malgrado l’aspetto esteriore “tipo scacciacani”, bisogna ammettere che le finiture, in rapporto al prezzo, sono dignitose e le parti in acciaio sono lavorate molto correttamente. La percussione è a cane esterno, con scatto ad Azione mista facoltativa. Il percussore è a grano riportato nel castello e riceve l’impulso dal cane per mezzo di una transfer bar imperniata al grilletto, che si solleva soltanto quando la leva di scatto è completamente premuta. In caso contrario, il cane ha uno zoccolo anteriore che urta contro il fusto prima che il percussore possa essere raggiunto. Rimuovendo la cartella (fissata all’arma per mezzo di tre viti e un incastro superiore), si può accedere alla meccanica, di derivazione Smith & Wesson con significative semplificazioni. La molla principale del cane è a spirale, la molla di ritorno del grilletto è a filo. Un po’ strana la decisione di ospitare la molla che spinge in avanti il dente di rotazione sul grilletto, con relativo pistoncino attuatore, entro una sede all’interno della cartella amovibile. Questo comporta che, per rimettere a posto la cartella, è necessario prima bloccare in compressione il pistoncino attuatore, infilando una graffetta entro un piccolo foro. Una volta rimessa a posto la piastra, si sfila la graffetta, avvertendo lo scatto del pistoncino che va a spingere il dente di rotazione. Il tamburo è della capacità di sei colpi per il .38 special e di otto colpi per il calibro .22 lr: ruota in senso antiorario e può essere fatto basculare per il caricamento spingendo in avanti il nottolino zigrinato posto sul lato sinistro del castello. Il tamburo è bloccato in posizione di chiusura per mezzo dell’inserimento di un pistoncino caricato elasticamente, che protrude dal centro della stella di estrazione dei bossoli, entro un’ apposita sede nello scudo di rinculo del castello. A cane armato l’apertura del tamburo è impedita, mentre a tamburo non perfettamente chiuso risulta impossibile armare il cane. Date le ridotte energie in gioco, un solo punto di chiusura può essere considerato sufficiente. Il pistoncino entra nella propria sede con giochi estremamente ridotti e il timing del tamburo è risultato corretto su entrambi gli esemplari. L’unico aspetto che ci sentiamo di criticare è dato dal fatto che la sede del pistoncino di chiusura e il foro di egresso del percussore sono ricavati direttamene nella zama: con il tempo e l’ usura, si possono creare giochi nella sede di chiusura e il rinculo delle cartucce (ovviamente il problema è molto inferiore per il .22) può, a lungo andare, deformare e restringere il foro del percussore, con conseguenti problemi di bloccaggio del percussore a grano in posizione avanzata (e conseguente blocco del tamburo). Sarebbe stato meglio che i punti critici fossero protetti con boccole riportate in acciaio, ma questo avrebbe inevitabilmente inciso notevolmente sui costi. Gli organi di mira sono spartani, ma funzionali: il mirino, come accennato, è a lamina, solidale al manicotto in zama che contiene la canna vera e propria. La tacca di mira, di ispirazione Smith & Wesson, è a foglietta regolabile micrometricamente in altezza e derivazione, con finestra a “U”. Il rapporto prospettico è corretto e indicato per il tiro mirato. L’unico appunto che si può fare è l’eccessiva altezza del mirino della versione 4 pollici. Il supporto della tacca di mira è liscio e finito con una brunitura lucida che, malgrado ciò, non riflette fastidiosamente la luce. Il grilletto è liscio, piuttosto squadrato e giustamente arcuato. L’estremità superiore, però, forma un “becco” che un po’ infastidisce, costringendo a mantenersi con il polpastrello nella metà inferiore del comando. La Doppia azione ha un peso di circa 4.000 grammi, con una corsa costante e un po’ filante, ma non troppo disprezzabile. Molto pulita e netta la Singola azione, seppur viziata da un avvertibile collasso di retroscatto. L’interrogativo principale, dopo un esame “a freddo”, ovviamente è: come sparano? La prova di tiro si è svolta a 25 metri, con armi impugnate a due mani, senza appoggio, tirando in Singola azione. La versione in .22 lr risulta immediatamente più familiare, sia per l’assetto appruato dato dalla canna di 152 millimetri sia, soprattutto, per le guancette a becco d’uccello con incavi per le dita e pannelli laterali a buccia d’arancia, rivelatesi veramente confortevoli. Troppo spartane, invece, quelle della versione in .38 special: l’estremità superiore, in particolare, è dotata di uno spigolo vivo che, sotto l’effetto del rinculo, si “stampa” con cattiveria contro la falange del pollice della mano forte. Se la sessione di tiro si prolunga oltre i 60-70 colpi, questo continuo contatto diventa doloroso e lascia un segno rosso ben visibile. In ogni caso, per fortuna, l’azienda produttrice prevede una generosa scelta in fatto di guancette di ricambio, che vanno dalla plastica alla gomma, per arrivare alle guancette in legno anatomiche. Non volendo aumentare il budget, con lima e carta vetrata si può anche risolvere il problema in modo più “casereccio”, arrotondando lo spigolo incriminato. Fatto inusuale per un revolver, le guancette non sono tenute in sede dalla classica vite passante, ma da due viti distinte (una per parte), che si ancorano direttamente nel metallo dell’impugnatura. Il cane ha una cresta maggiorata, non tanto estesa in larghezza quanto in lunghezza, comoda e agevole nell’armamento anche se, come il mirino, può essere d’impaccio nel porto occulto. Per la calibro .22 lr abbiamo utilizzato munizioni Fiocchi Match M320 e Ultrasonic, ottenendo rispettivamente la velocità media di 323,8 e 343,4 m/sec. Le reazioni allo sparo sono modeste e l’estrazione dei bossoli non causa alcuna difficoltà. La precisione si è rivelata decisamente soddisfacente, soprattutto considerando la fascia di prezzo: con le M320 abbiamo ottenuto una rosata di quattro colpi in 35 millimetri, mentre con le Ultrasonic la rosata di quattro colpi si è attestata intorno a 33. La taratura degli organi di mira si è rivelata corretta in senso verticale, mentre in orizzontale l’arma ha tirato a destra di circa 80 mm. Con la versione in .38 special abbiamo impiegato munizioni Fiocchi con palla di 158 grani Fmj e Lrntfl, in più abbiamo impiegato le classiche wad cutter di 148 grani. Con queste ultime abbiamo avuto reazioni modeste e discreta costanza sul bersaglio, ottenendo una rosata di 63 millimetri. Con le 158 grani, le reazioni si sono fatte più secche e, soprattutto, abbiamo registrato una vampa di bocca apprezzabile. Questo aspetto, sottolineato dall’ elevata deviazione standard, fa concludere che questo tipo di munizioni potrebbe essere sfruttato meglio con la canna di sei pollici. Malgrado l’ incostanza, le munizioni Fmj, spinte alla rispettabile velocità di 245,6 m/sec, hanno dato le rosate migliori, risultando estremamente raggruppate sul bersaglio. Una rosata di quattro colpi in 22 millimetri è tutt’altro che disprezzabile. Le Lrntfl di pari peso (spinte alla velocità di 248,8 m/sec), invece, sono risultate ben più disperse, con quattro colpi in 65 mm. La prova ha previsto l’esplosione di oltre 100 colpi per ciascun calibro: non abbiamo registrato alcun tipo di malfunzionamento e la percussione è risultata di ottima potenza e costanza. Due soli elementi sono da sottolineare per la versione in .38 special: l’estrazione dei bossoli presenta una lieve resistenza iniziale, malgrado l’assoluta assenza di rigonfiamenti. Nella parte di telaio adiacente al cono di forzamento, inoltre, si accumulano (come è logico) residui di sparo che intaccano abbastanza rapidamente la verniciatura. In questo caso, è sicuramente più resistente la versione cromata. Si tratta, comunque, di un aspetto puramente estetico, che non ha riflessi sulla funzionalità. Gli amanti delle belle armi, delle rifiniture al limite dell’ossessione, dei piani speculari, per i revolver Kroko non potranno mai provare attrazione. Questi revolver, però, sono onesti, funzionano bene e, sul bersaglio, riescono a stare al passo di esemplari ben più blasonati. La catalogazione sportiva della versione con canna di 4 pollici, contribuirà sicuramente alla diffusione di queste armi. [
] L’articolo completo, con molte più foto, lo trovate su Armi e Tiro di luglio 2004. [
] Produttore: Kroko as–Kora Brno, Cz-602 00 Brno, Hybesova 46, Repubblica ceca, tel. 00.42.54.32.33.728, fax 00.42.54.32.24.43.46, www.korabrno.cz, kroko@korabrno.cz Importatore: Paganini sas, corso Regina Margherita 19 bis, 10124 Torino, tel. 01.18.17.78.60, fax 01.18.35.418, www.paganini.it, mail@paganini.it Modello: Kora Tipo: revolver Calibro: .22 lr Funzionamento: a rotazione del tamburo Alimentazione: tamburo basculante sul lato sinistro Numero colpi: 8 Percussione: cane esterno Scatto: Azione mista Sicure: transfer bar che impedisce il contatto tra il cane e il percussore a grilletto non completamente premuto Mire: mirino fisso a lama, tacca di mira a “U” regolabile in elevazione e derivazione Lunghezza canna: 6 pollici (152,4 mm) Lunghezza totale: 280 mm Peso: 850 grammi Numero del Catalogo nazionale: 14.420 (arma sportiva) Materiali: canna, tamburo e meccanica in acciaio, telaio e manicotto copricanna in zama Finiture: verniciatura nera opaca Prezzo: 319 euro, circa, Iva inclusa [
] Modello: Kora Tipo: revolver Calibro: .38 special Funzionamento: a rotazione del tamburo Alimentazione: tamburo basculante sul lato sinistro Numero colpi: 6 Percussione: cane esterno Scatto: Azione mista Sicure: transfer bar che impedisce il contatto tra il cane e il percussore a grilletto non completamente premuto Mire: mirino fisso a lama, tacca di mira a “U” regolabile in elevazione e derivazione Lunghezza canna: 4 pollici (101,6 mm) Lunghezza totale: 228 mm Peso: 800 grammi Numero del Catalogo nazionale: 14.419 (arma sportiva) Materiali: canna, tamburo e meccanica in acciaio, telaio e manicotto copricanna in zama Finiture: verniciatura nera opaca Prezzo: 317 euro, circa, Iva inclusa