Si è svolto nell’aula magna della facoltà di Agraria dell'Università degli studi di Firenze, il seminario organizzato dall’Acma e dall’Ufficio avifauna migratoria della Federcaccia.
L’appuntamento, che ha ricevuto un'ottima accoglienza nell’ambiente della facoltà e in particolare del Corso di laurea magistrale in scienze e gestione delle risorse faunistico-ambientali, era incentrato sulla presentazione delle attività svolte dall'Associazione e su un momento di approfondimento sugli uccelli acquatici e sulle iniziative di raccolta dati svolte dai cacciatori.
“Questa occasione”, si legge nel comunicato Federcaccia, “sancisce senza dubbio un ulteriore passo nel riconoscimento del nostro ruolo di soggetti affidabili in grado di fornire dati importanti alla comunità scientifica per la loro validazione. Una grande responsabilità, è stato sottolineato nel corso del seminario, di cui siamo consapevoli e che ci motiva profondamente”.
Dopo una breve introduzione della professoressa Manuela Gualtieri, in rappresentanza della Facoltà, e di Michele Sorrenti, responsabile dell’Ufficio avifauna migratoria, che ha sottolineato come per la caccia in generale e per
Ha poi ripreso la parola Michele Sorrenti, che ha affrontato il tema del prelievo venatorio degli anatidi nel nostro Paese, presentando dati e risultati che sono stati esposti lo scorso settembre al Convegno nazionale di ornitologia, prima volta per ricercatori di una associazione venatoria. “Il prelievo venatorio, o meglio, i suoi dati – ha ricordato Sorrenti – attraverso l’impiego di adeguati metodi statistici è un elemento che dà indici di presenza e andamenti pluriennali di grande importanza per la comunità scientifica”.
Il quadro dei documenti presentati al Convegno di ornitologia, è stato completato da Alfonso Lenzoni, che ha illustrato nel dettaglio le ricerche seguite dall’Acma e i dati sui prelievi di porciglione e pavoncella. Questi ultimi, è bene ricordarlo, sono stati espressamente richiesti ai cacciatori nell’ambito del Piano di Gestione Internazionale dell’Unione Europea, che ha evidentemente del ruolo dei praticanti l’attività venatoria una considerazione un po’ diversa da quella normalmente dimostrata dagli ambienti scientifici italiani.
Infine, Daniel Tramontana ha presentato il progetto beccaccino e frullino per il rilevamento dei dati su queste due specie, da lui ideato e portato avanti grazie ai collaboratori dell’Ufficio Avifauna.
Numerose richieste di approfondimento da parte di alcuni degli studenti presenti hanno prolungato il seminario, ponendo il suggello a un’importante giornata che ha contribuito a far meglio conoscere il ruolo e l’impegno dei cacciatori a futuri tecnici faunistici in un ambiente, come quello scientifico e universitario, di fondamentale importanza per il futuro della nostra attività.