L’Urca sul controllo degli ungulati
L’Urca (Unione regionale cacciatori dell’Appennino) è intervenuta nella questione ungulati, allo scopo di fornire indicazioni concrete per risolvere il problema delle sovrappopolazioni e dei danni arrecati.“Nel ribadire con forza che nessuna soluzione è possibile senza un’alta visione della fauna selvatica”, si legge nel comincato, “bene comune ed elemento insostituibile di biodiversità ambientale, Urca sostiene che è dovere di tutti ricercare una civile convivenza co…
L’Urca (Unione regionale cacciatori dell’Appennino) è intervenuta nella
questione ungulati, allo scopo di fornire indicazioni concrete per risolvere il
problema delle sovrappopolazioni e dei danni arrecati.
“Nel ribadire con forza che nessuna soluzione è possibile senza un’alta visione
della fauna selvatica”, si legge nel comincato, “bene comune ed elemento
insostituibile di biodiversità ambientale, Urca sostiene che è dovere di tutti
ricercare una civile convivenza con gli animali. Questo passa attraverso la
disponibilità delle risorse economiche necessarie per una “strutturale” opera
di miglioramenti ambientali che riduca stabilmente l’impatto della fauna
selvatica sulle attività sociali ed economiche (quale migliore causa per
utilizzare quanto pagato dai cacciatori e non restituito dall’ente pubblico?)”.
L’Urca di Bologna, ritiene anche che siano necessarie una serie di misure
complementari e di pronta attuazione per contenere nell’immediato situazioni di
particolare disagio.
Quantità di animali sul territorio
Le densità obbiettivo fissate dal recente piano faunistico venatorio sono da
perseguire. L’entità dei danni e la loro georeferenziazione rimangono
indicatori determinanti delle densità consigliate. Situazioni locali di
particolare sofferenza determinata da concentrazioni anomale di animali o da
altri fattori come coltivazioni di pregio che non hanno trovato adeguata
protezione con la prevenzione, potranno previo il consenso dell’Istituto
nazionale per la fauna selvatica determinare la necessità di un abbassamento
consistente delle densità per rientrare possibilmente anche in un singolo anno
in una situazione sopportabile. Idonei piani di abbattimento dovranno
caratterizzarsi per il loro valore etico, un segnale concreto in questa
direzione potrebbe essere quello di devolvere in beneficenza la parte
straordinaria dei capi abbattuti. La volontà di perseguire una corretta visione
delle cose ci impone di cercare anche soluzioni diverse dall’uso esclusivo del
fucile: occorre attivare piani di cattura e spostamento in territori lontani
disponibili ad accogliere, anche gratuitamente, gli animali in soprannumero.
Contributo economico ai proprietari dei terreni
L’Urca propone che gli Atc versino, per ogni capo abbattuto, ai proprietari o
conduttori del fondi una parte rilevante della quota pagata dai selecontrollori
per i capi loro assegnati. Questa iniziativa
sperimentale non dovrà avere un costo aggiuntivo per il cacciatore, dopo 3 anni
si verificherà il suo grado d’incidenza sui costi del risarcimento danni.
Prevenzione danni per tutti i cittadini
Tenuto conto che un danno è tale per tutti a prescindere dall’essere più o meno
agricoltori, viene attivato un servizio di prevenzione per tutti coloro che
sono attualmente esclusi da questa opportunità. Per ragioni economiche in
questa prima fase il servizio per questa categoria di cittadini sarà limitato
alla sola manodopera.
Fondo per gli incidenti stradali causati da ungulati
Il mondo venatorio deve dare un segnale anche sotto il profilo degli incidenti
stradali. I beni danneggiati debbono avere pari dignità: non sembra ragionevole
risarcire alcuni radicchi mangiati o rufolati e chiudere gli occhi davanti ad
un danno di migliaia di euro arrecati ad un auto. Gli Atc, oltre ad adoperarsi
decisamente presso gli enti pubblici per concretizzare una polizza
assicurativa, dovrebbero stornare una parte delle risorse attualmente destinate
alla prevenzione e risarcimento danni per creare un fondo da utilizzarsi per la
prevenzione degli incidenti stradali causati dagli ungulati (istallazione
catarinfrangenti, rallentatori nei punti di attraversamento storico,
segnaletica luminosa verticale, taglio delle siepi, eccetera).