Scorta a Trump: si scatena la misoginia

Continuano a infuriare le polemiche in relazione alle falle della sicurezza nell'attentato all'ex presidente statunitense Donald Trump. La piega che sta prendendo la discussione è del tutto particolare, perché sotto accusa, quantomeno da parte dell'ala più conservatrice e oltranzista dei filo-repubblicani, sarebbero in realtà... le donne

Continuano a infuriare le polemiche in relazione alle falle della sicurezza che hanno consentito al 20enne Thomas Crooks di salire apparentemente indisturbato sul tetto di un edificio e di attentare alla vita dell’ex presidente statunitense Donald Trump con una carabina semiautomatica tipo Ar15. Ma la piega che sta prendendo la discussione è del tutto particolare, perché sotto accusa, quantomeno da parte dell’ala più conservatrice e oltranzista dei filo-repubblicani, sarebbero in realtà… le donne.

Infatti, tra le “colpe” attribuite alla direttrice del Secret service, Kimberly Cheadle, ci sarebbe quella di essere una sostenitrice del cosiddetto “Dei” (Diversity, equity and inclusion), cioè in altre parole di essere impegnata nel garantire una adeguata rappresentatività, nell’ambito dell’agenzia da lei diretta, delle donne. Le quali, all’indomani dell’attentato, sono state oggetto di un fuoco di fila di critiche da parte conservatrice (e da parte, in maggioranza, di altre donne…) che, video alla mano, hanno in particolare criticato le operatrici della scorta sia sotto il profilo strettamente personale, sia sotto il profilo operativo. Quando al primo aspetto, è stato osservato che le operatrici risultavano di statura non elevata e, conseguentemente, non in grado di coprire adeguatamente con il proprio corpo la figura del soggetto da proteggere, inoltre sono state criticate anche per l’apparente stato di forma fisica non smagliante, incompatibile (sempre secondo i detrattori) con la fulminea necessità di reazione che il ruolo richiederebbe. Sotto il profilo operativo, è stata invece criticata una delle operatrici che, sotto i primi colpi, avrebbe reagito rannicchiandosi per proteggersi dagli spari anziché lanciarsi in copertura del soggetto da proteggere. Una volta fatto salire Trump sulla macchina di servizio per l’esfiltrazione, inoltre, l’operatrice avrebbe palesemente “pasticciato” nel rimettere nella fondina la pistola.

Il commentatore Benny Johnson ha invocato la rimozione della Cheatle affermando che “Invece di pensare a come proteggere i nostri leader, è più preoccupata della diversità e di assumere altre donne”. Altri commentatori, attivi su TikTok e altre piattaforme social, stanno letteralmente macinando milioni di visualizzazioni dicendo che le donne “dovrebbero stare a casa a cucinare” e che, in generale, sarebbero inadatte a determinati ruoli di elevata specializzazione come, appunto, le scorte presidenziali. Commenti che ci sentiamo francamente di stigmatizzare come inaccettabili e che hanno, tra l’altro, l’effetto di spostare l’attenzione da quello che è, e dovrebbe rimanere, il problema effettivo di gestione (o mala gestione) dell’organizzazione del servizio scorta alle massime personalità della federazione. Gestione che, in quanto tale, non ha sesso.