Il Consiglio di Stato ha riconosciuto la validità del calendario venatorio regionale della Liguria approvato con delibera del Consiglio regionale a maggio, escludendo la caccia al Porciglione – riconosciuto anche dalla Regione come errore materiale – e stabilendo la legittimità delle giornate aggiuntive per la caccia da appostamento a colombaccio, merlo, tordo bottaccio, tordo sassello e cesena.
La caccia è, quindi, tornata libera nella regione, dopo il tira e molla di ricorsi da parte degli ambientalisti. Soddisfazione per il risultato ottenuto da parte dell’assessore Renata Briano: “Dispiace solo constatare che gli animalisti attraverso le loro strategie abbiano fatto chiudere per molte giornate un’attività dichiarata legittima nel merito sia dal Tar, sia dal Consiglio di Stato. Questo dimostra che la loro è stata un’azione politica contro la caccia e non una vera battaglia sui contenuti e sulla tutela dell’ambiente. Inoltre dimostra che la nostra decisione di non sottostare al ricatto delle associazioni ricorrenti di togliere le giornate aggiuntive a tutte le specie sia stata vincente”. Con l’ordinanza del Consiglio, inoltre, si potrà ripristinare l’utilizzo delle munizioni al piombo per la caccia agli ungulati.
Francesco Bruzzone, capogruppo della Lega Nord, ha commentato: “Con misera soddisfazione, prendo atto che il Consiglio di Stato ha riconosciuto la pressoché totale legittimità del calendario venatorio. Non siamo andati a caccia per una buona parte della stagione, e invece potevamo farlo. Persino sul famoso tema delle due giornate aggiuntive a ottobre e novembre, abbiamo avuto ragione, sulle specie che storicamente costituiscono oltre il 90% del prelievo. Su altri argomenti usati in modo strumentale dagli ambientalisti, quali l’uso della munizione monolitica, il prelievo del tordo fino al 31 gennaio, i piani faunistici provinciali… abbiamo avuto ragione. Ma non c’è consolazione, purtroppo: abbiamo perso la parte più importante della stagione di caccia e oggi sappiamo che non dovevamo perderla. La risposta minima è il risarcimento dei danni arrecati da chi usa l’ambiente solo per sostenere e propagandare il proprio essere, e riconsegnare alle Regioni la possibilità di emanare il calendario venatorio con provvedimento di legge”.
E il Pd ha espresso «grande soddisfazione» per la sentenza del Consiglio di Stato sul calendario venatorio che, respingendo il ricorso presentato dagli ambientalisti, riconosce, in via definitiva e con decisione conforme a quella già assunta dal Tar Liguria, la legittimità della normativa approvata dal Consiglio Regionale ligure. «Questa sentenza sancisce che il Consiglio Regionale ha sempre agito con correttezza – hanno evidenziato il capogruppo e il responsabile Caccia in consiglio regionale, Nino Miceli e Valter Ferrando – assumendo decisioni legittime, e che l’opposizione delle associazioni ambientaliste era ed è strumentale».