Libera caccia interpella Provincia di Perugia e Regione Umbria sulla legittimità dell’operato delle guardie volontarie del Wwf
L’avvocato Marzio Vaccari ha presentato, per conto dell’associazione Libera caccia, una richiesta ai vertici della Provincia di Perugia e della Regione Umbria, per sollecitare da parte delle autorità preposte una verifica sulla legittimazione delle guardie volontarie del Wwf all’esercizio di funzioni di repressione in materia ittico-venatoria. Due sono, in particolare, gli aspetti sui quali si concentrano i dubbi dell’associazione venatoria: il primo riguarda il fatto che tra le finalità statutarie del Wwf della provincia di Perugia non figura l’attività repressiva in materia ittico-venatoria, quindi è da verificare se potesse sottoscrivere una convenzione con la provincia per l’attività di vigilanza sul territorio; in secondo luogo, c’è da verificare se l’abitudine invalsa da parte di alcune guardie volontarie di filmare i controlli eseguiti nei confronti dei cacciatori, sia legittima in assenza di una autorizzazione preventiva da parte degli interessati. “La legge 689/1981 art . 13 1° comma”, osserva l’avvocato Vaccari, “concede agli addetti alla vigilanza, solo per le sanzioni amministrative di cui all’art 31 l. 157/92 (cioè rivolte alle sole Ggv), oltre ad una serie di attività, anche rilievi fotografici. Infatti, il Dpr 15/2018, regolamento dei dati personali effettuato per finalità di polizia, all’art. 11 2 comma, consente la raccolta dei dati solo a fini informativi, di sicurezza o di indagini di polizia giudiziaria. E le guardie volontarie non hanno tale qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria”.